Il commento di Franco Ordine. Il presidente del Torino appartiene alla frangia che si nasconde dietro al rifiuto dei playoff per fermare il campionato, ma molti colleghi non hanno il coraggio di schierarsi
La Bundesliga è già ripartita con ascolti tv da record. Il Portogallo è pronto a farlo il 3 giugno. La Spagna ritorna in campo l’8. La Premier è fiduciosa di tornare a giocare a metà giugno. E noi? Se lo chiede Franco Ordine, su Il Giornale.
“Non sfuggirà il particolare: abbiamo fatto l’elenco di quattro paesi che sono stati investiti dopo l’Italia dallo tsunami del Covid-19 e che prima di noi si apprestano a riaprire gli stadi al calcio. Senza incontrare, tra l’altro, l’inspiegabile avversione del capo dello sport nazionale, come sta accadendo dalle nostre parti con il presidente Giovanni Malagò che un giorno sì e l’altro pure, mastica amaro in vista del taglio del nastro”.
Anche nei club ci sono posizioni diverse. Pozzo, patron dell’Udinese, che pochi giorni fa aveva chiesto a Spadafora di non far ripartire il calcio, adesso ha cambiato idea. Vuole solo prorogare la ripresa del campionato dal 13 al 20.
“In una settimana cosa può accadere? Sparisce il virus? Si dilegua, prende un aereo e si sposta in un altro continente? Non è dato sapere”.
Anche gli arbitri, attraverso Rizzoli, hanno fatto sapere di essere pronti. Ora restano quelli che si nascondono dietro il rifiuto dei playoff per opporsi alla ripresa del campionato. Come Cairo. Del quale Ordine scrive:
“L’obiezione elementare che nessuno ha ancora mosso al presidente del Torino Urbano Cairo, uscito allo scoperto in nome e per conto di molti altri colleghi che non hanno il coraggio di schierarsi, è la seguente: partendo dal presupposto che nello sport, è il risultato del campo che dev’essere salvaguardato, chi è contrario a questo eventuale epilogo, perché non previsto dalle carte federali, come intende regolare il risultato finale del torneo? Con un torneo a tressette?“.