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«I tamponi non vanno contati sugli abitanti ma sui contagi. La Campania ne ha fatti più del Veneto»

Sul Mattino. Dopo uno sprint a inizio maggio, la regione è tornata ad assestarsi sui 2mila tamponi al giorno, a causa della scarsità dei reagenti. Ma secondo il matematico della Federico II Fusco, il numero è sufficiente 

«I tamponi non vanno contati sugli abitanti ma sui contagi. La Campania ne ha fatti più del Veneto»
Blood sample with respiratory coronavirus positive

Negli ultimi giorni la Campania aveva raddoppiato il numero di tamponi effettuato, ma adesso il problema è rappresentato dalla scarsità di reagenti, a livello nazionale e internazionale.

Agli inizi di maggio, scrive il Mattino, la Campania era riuscita a passare da 2mila tamponi al giorno a circa 4mila. L’8 maggio era stato raggiunto addirittura il picco di 5mila. Ma da lunedì la regione è tornata a 2mila.

Per fortuna i numeri dell’epidemia, in Campania, non sono drammatici. Sono complessivamente 4.621 i positivi al Coronavirus su un totale di tamponi effettuati dall’inizio dell’epidemia di 121.253. I morti sono 393. Qualcuno, scrive il quotidiano, sostiene che la Campania abbia fatto pochi tamponi rispetto a regioni del Nord come il Veneto. Ma c’è anche chi sostiene il contrario. Come Nicola Fusco, ordinario di Matematica e statistica dell’Università Federico II.

«In realtà i tamponi non vanno contati rispetto agli abitanti di una regione ma in base ai contagi. In questo caso emerge come la Campania di tamponi ne ha fatti più del Veneto».

Se pure si volesse considerare la copertura della popolazione, cosa che colloca la Valle d’Aosta al primo posto con oltre il 100% della copertura e la Campania ferma al 4%,

“facendo riferimento al criterio epidemiologico dei “tamponi che servono” i test fatti per ogni singolo positivo (tasso dei contagiati) vedono la Campania, con 25, ribaltare la iniziale percezione e piazzarsi davanti a Sardegna, Veneto,Puglia,Toscana e Trentino”.

 

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