Il virologo consigliere di Zaia al Giornale: «La capacità di contagio dipende dal contatto sociale. I bambini possono infettare ma sono molto resistenti»
Il Giornale intervista il virologo Andrea Crisanti, consigliere del governatore del Veneto, Luca Zaia, e direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Università di Padova.
Dice di aspettarsi una ripresa della curva dei contagi con l’apertura della Fase 2.
«Ma il problema è quanto riusciremo a controllarla con le misure di prevenzione e distanziamento sociale».
Crisanti dichiara che il virus colpisce soprattutto i giovani.
«Non è vero che colpisce solo gli anziani, anzi questo virus colpisce soprattutto i giovani. La maggior parte delle persone che si infetta è giovane, perché la capacità di contagio dipende dal contatto sociale. Giovani in gran parte asintomatici che poi possono trasmettere il virus agli anziani».
Sui bambini:
«I bambini sì, possono infettare. Ma sono particolarmente resistenti. Qui a Vo’ per esempio nessuno dei 250 bambini ha sviluppato il virus, nessun bambino si è ammalato e vivevano in famiglie che erano ammalate».
Le donne, invece, si ammalano, ma guariscono prima degli uomini.
«Le donne tendono a guarire prima. Forse per le differenze dovute al doppio cromosoma x».
Sulla patente di immunità:
«Non può esistere, si è parlato di passaporto immunologico, uno potrebbe invece portare – ma è un’ipotesi investigativa – un passaporto genetico. Partendo dallo studio su Vo’ Euganeo dove abbiamo chiesto alla popolazione di donare il sangue. Vogliamo capire due cose: se esistono differenze genetiche tra persone che si sono ammalate in modo diverso all’interno della stessa famiglia. Perché se esistono e rendono una persona più suscettibile, allora nel momento in cui questa persona si infetta può essere inserita all’interno di un protocollo terapeutico».
L’idea è capire se esistono persone geneticamente resistenti.
«Vogliamo capire se esistono persone geneticamente resistenti. Nell’infezione da Aids o nella malaria c’è un’intera parte dell’Africa resistente all’infezione di un particolare parassita. Questo sì che sarebbe veramente un marcatore di resistenza: potremmo così identificare all’interno della popolazione le persone che sono più o meno suscettibili».
Un secondo aspetto che in Veneto si vuole approfondire è se esistono differenze nella risposta immunitaria.
«Vogliamo capire se esistono delle differenze nella risposta immunitaria, cioè se gli anticorpi che hanno fatto sono neutralizzanti o no. Fornirà un importante contributo per capire se la risposta immunitaria è fondamentale per eliminare l’infezione e dare supporto agli studi per lo sviluppo di un vaccino».