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Caos mascherine, Arcuri va al braccio di ferro con le farmacie e minaccia di rivolgersi ai tabaccai

Repubblica scrive che ieri il commissario ha convocato una riunione urgente, imbestialito perché le mascherine non si trovano. Accusa i distributori di aver mentito allo Stato

Caos mascherine, Arcuri va al braccio di ferro con le farmacie e minaccia di rivolgersi ai tabaccai

Il commissario straordinario all’emergenza, Domenico Arcuri, non ha gradito l’inchiesta di Repubblica sulle mascherine chirurgiche a 0,50 centesimi. Ieri il quotidiano ha scritto che sono introvabili, da nord a sud, nonostante le promesse di Arcuri. Oggi torna sull’argomento e racconta che l’inchiesta ha fatto imbestialire il commissario.

E’ andato su tutte le furie e alle 12 ha convocato d’urgenza una riunione, a cui erano presenti i distributori del settore, Associazione distributori farmaceutici (i privati) e Federfarma Servizi (le coop dei farmacisti), ossia gli stessi soggetti che venerdì scorso avevano garantito di avere in magazzino, pronta consegna, tra i 12 e i 14 milioni di pezzi”.

L’appuntamento

“si è arroventato in un attimo. Perché i distributori, a fronte dell’evidenza degli scaffali vuoti nelle farmacie, hanno ammesso di aver sovrastimato il numero delle mascherine a disposizione (“in effetti erano solo 3,5 milioni, il resto è in attesa di certificazione quindi non è vendibile”) e hanno chiesto una sorta di sanatoria per poter consegnare le giacenze non a norma”.

Questa ammissione ha fatto imbestialire Arcuri ancora di più. Il commissario, continua Repubblica,

“ha accusato gli interlocutori di “aver detto bugie allo Stato italiano”, escludendo ogni possibilità di sanatoria e alzandosi indignato dal tavolo. Solo diverse ore dopo Arcuri è tornato a discutere, di fatto ponendo la controparte davanti a un ultimatum: accettare un altro accordo con un nuovo fornitore indicato dal Commissario, mantenendo ovviamente lo stesso prezzo calmierato, oppure far saltare il banco. Nel qual caso, l’idea di Arcuri era di dirottare la vendita delle mascherine a 61 centesimi sul canale delle tabaccherie e dei Monopoli di Stato”.

I distributori si sono opposti per due motivi. Che spiega al quotidiano il presidente di Federfarma, Antonello Mirone. Il primo è che

“Sulla disponibilità di mascherine tutti dobbiamo dire la verità, perché in base al primo accordo noi avremo dovuto distribuire anche gli stock della Protezione civile che però non ci hanno mai consegnato”.

Il secondo è il ridotto margine di guadagno.

“Due centesimi a mascherina, praticamente per noi quasi una perdita”.

Repubblica scrive che a notte fonda, ieri, ancora non era stato raggiunto l’accordo ma che intanto le mascherine sono andate esaurite ovunque.

“Nelle prossime ore, con ogni probabilità, la distribuzione farmaceutica piegherà la testa, oppure Arcuri continuerà senza farmacisti, affidandosi solo ai supermercati e a tabaccai”

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