Il governatore dell’Emilia Romagna al Corriere Bologna: «Se qualcuno avesse chiesto di giocare in piena pandemia l’avremmo considerato ubriaco. Ora si può ricominciare. Non sento la mancanza delle esultanze coi balletti»
Il Corriere Bologna intervista il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. E’ fiducioso sulla ripresa della Serie A.
«La Bundesliga ha tracciato una rotta. Il tifoso vorrebbe andare allo stadio, lo capisco, ma in questo momento bisogna accettare che si riparta a porte chiuse».
Non siamo più in piena epidemia, giusto ripartire.
«Se qualcuno avesse chiesto di giocare in piena pandemia l’avremmo considerato ubriaco. Con il virus che sta rallentando, grazie al lavoro dei medici e ai sacrifici imposti agli italiani, è naturale che si pensi a ricominciare: il calcio è un’industria che sostiene gli altri sport e che ha un indotto enorme»
L’Italia, a differenza della Germania, ci ha messo più tempo, dice, per il comportamento di alcuni presidenti, che definisce discutibile.
«Posso dire che da noi ci hanno messo più tempo, sì, anche per l’atteggiamento discutibile di alcuni presidenti, ma la fase è del tutto inedita quindi non è affatto facile»
In Bundesliga ci si strattona, ma poi si esulta senza toccare i compagni.
«Se il contatto in campo è inevitabile, eliminiamo almeno gli altri. Io comunque non sento la mancanza di quelle esultanze coi balletti, sono cresciuto con la sobrietà delle braccia alzate degli anni ’70».
Bonaccini tifa Juventus, si lancia in alcuni pronostici.
«Da juventino scudetto alla Juve. In coda spero solo che la Spal si salvi. Fra le emiliane mi piace il Sassuolo, ma penso a un testa a testa fra Bologna e Parma e direi la prima che potrebbe abbinare anche la vittoria di Mihajlovic»
La prima partita della ripresa sarebbe Bologna-Juventus.
«Tricolore alla Juve e vittoria ai rossoblù».