In questa fase un ruolo fondamentale lo giocheranno i test sierologici utili con i grandi numeri per capire se si è venuti in contatto con il virus
Il Mattino di oggi ha intervistato Paolo Ascierto sulla fase due. La ripresa è ovviamente necessaria secondo il professore del Pascale, ma anche molto delicata perché il virus non è sconfitto ma solo circoscritto e con la riduzione delle distanze potrebbe tornare a scoppiare.
«riaprire significa in ogni caso far aumentare la circolazione delle persone, con il rischio di un “rompete le righe” che ora è prematuro e pericoloso. Psicologicamente molti pensano che ormai il peggio è passato, ma non è così. La seconda ondata è un rischio altissimo».
In Campania, sottolinea Ascierto la popolazione è stata bravissima nel rispettare le regole e contenere il contagio, ma adesso serve un’altro sforzo per evitare di trovarsi in una situazione peggiore della precedente. In questa fase un ruolo fondamentale lo giocheranno i test sierologici che già adesso sono effettuati ai medici e ai pazienti in via preliminare per capire subito se sono positivi, ma quanto sono affidabili?
«È chiaro che il tampone nasofaringeo al momento è l’unico mezzo che veramente ci dice se c’è il virus. Ma lì dove ci sono grandi numeri e non ho la possibilità di fare tamponi a tutti, le analisi sierologiche permettono di capire se c’è stato contatto con il virus, e in questo caso andare a fare il tampone in modo mirato alla persona e ai suoi contatti. I test non hanno l’affidabilità e la specificità del tampone, ma aiutano. Andrebbero fatti a tutti quelli che riprendono le attività: a partire da chi lavora al pubblico, gli addetti alla ristorazione, tutti gli operatori dei trasporti e dei mezzi pubblici»