Al Corsera: «Inaccettabile la polemica urlata quando fuori c’è la gente che muore. Le sue poesie in friulano ma non mi faccia passare per intellettuale»
Il Corriere della Sera intervista Dino Zoff che racconta anche come trascorre le giornate. Passeggiate, ginnastica (poca). E poi
«sto rileggendo le poesie in friulano di Pasolini. Bellissime. La preferita? Tutte. Mi riportano all’infanzia. Ma non mi faccia passare da intellettuale, io giocavo solo a pallone. E poi ce ne sono già abbastanza in giro, di intellettuali».
«Sta mancando il gioco di squadra e questo mi spaventa moltissimo. Qui si vince tutti insieme oppure si perde tutti insieme. E siccome in ballo c’è la vita, c’è il futuro, non una partita o una coppa, dobbiamo mettere da parte egoismi e interessi di bottega. Cosa che per adesso non sta avvenendo».
Sulla polemica tra presidenti e calciatori per il taglio degli stipendi.
«Non mi piace il tono volgare della discussione, è inaccettabile la polemica urlata, quando fuori c’è la gente che muore. Bisogna fare ognuno la sua parte, questo è chiaro, tutti si dovrà rinunciare a qualcosa. Ma con uno spirito di collaborazione, nelle giuste sedi, non facendo la guerra. Ci vuole rispetto».
Sarebbe bello se il campionato riprendesse, ma solo in condizioni di sicurezza. E poi resta un dubbio.
«L’emergenza è al centro di tutto, il problema è che non tutti l’hanno capito. Il calcio aiuta, ma siamo sicuri che adesso o fra un mese la gente abbia voglia di pensare al calcio, a un gol?».
Il calcio non è una priorità, in questo momento.
«Giusto programmare, pensare al futuro, ma senza correre, senza prendere decisioni affrettate. Non bisogna anticipare il rientro. Bisogna ascoltare i medici. I rischi sono alti, è una questione di salute pubblica. Il calcio non è una priorità».