A Repubblica il primario del Sacco: «È come se si fosse pensato che la salute dei medici non valesse i pochi euro di una mascherina. Scellerata la scelta di non fare i tamponi al personale sanitario»
«Eroi sì. Ma costringerci, per ragioni incomprensibili, a diventare dei suicidi, questo no, non va bene».
Sono le parole di Maurizio Viecca, primario della Cardiologia dell’ospedale Sacco di Milano. Intervistato da Repubblica contesta la confusione creata dalle istituzioni sull’uso delle mascherine e il fatto che al personale medico non siano stati subito fatti tamponi a tappeto. Con l’esempio di Cina e Corea davanti, dice, è stato assurdo commettere questi errori.
«Le mascherine. Si è fatta una gran confusione, si è detto che devono essere portate solo da chi è malato. Ma non è corretto: considerando il grande numero di asintomatici, come si fa a dire con certezza che chi non ha sintomi non ha il Sar-CoV-2? Le mascherine devono essere portate da tutti. In Cina, a Singapore, in Corea è obbligatorio. Perché non farlo qui? Non si può dire che le mascherine non servano solo perché non si è in grado di acquistarle».
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, per Viecca, è il documento dell’Istituto Superiore della Sanità che il 28 marzo la Regione Lombardia ha inviato agli ospedali.
«Espone le linee guida per l’uso delle mascherine e dei dispositivi di protezione negli ospedali. Queste prevedono che gli addetti alle pulizie in una stanza dove c’è un malato con Covid-19, debbano indossare solo una mascherina chirurgica e non Ffp2. Ma che senso ha? In questo modo non si rischia di spargere il contagio in tutto l’ospedale? Senza contare la scelta scellerata di non fare i tamponi a tutto il personale sanitario, che come Anpo abbiamo segnalato più volte».
Ormai è tardi, conclude.
«Se oggi facessimo il tampone a tutti i medici in servizio in Lombardia, a essere ottimisti il 30 per cento risulterebbe positivo. E a quel punto che cosa si dovrebbe fare? Tenere i medici a casa senza avere più nessuno ad assistere i pazienti? Ormai i buoi sono scappati dalla stalla. È come se si fosse pensato che la salute dei medici non valesse i pochi euro che costa una mascherina protettiva».