Su Repubblica. L’esecutivo ha chiesto di adattarla alla tecnologia Google e Apple, che sarà pronta a metà maggio. Sciolti i nodi della privacy, non quelli su chi gestirà i server
Il decreto legge per l’app Immuni è pronto. Lo scrive Repubblica. Ieri il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, l’ha portato al Consiglio dei ministri. Ma l’app non è ancora pronta. Ad oggi, resta ancora solo un progetto e non si sa quando sarà varata. Secondo il cronoprogramma stilato dalla commissione di esperti servono almeno 8 settimane per testarla, dalla presentazione. Che è avvenuta il 24 marzo.
Il quotidiano cerca di spiegare i motivi del ritardo già accumulato. Nella call per individuare lo sviluppatore dell’app per il tracciamento dei contagi uno dei requisiti richiesti era la reale esistenza dell’app.
La task force ha individuato due soluzioni. Da un lato una app proposta da un gruppo di ricercatori indipendenti, dall’altro Immuni, del pool composto da Bending Spoons, Jakala, GeoUniq e Centro Medico Santagostino. Viene scelta quest’ultima, sulla base delle caratteristiche del prodotto.
E qui Repubblica richiama quanto già scritto nei giorni scorsi sulla presenza, tra gli azionisti di Bending Spoons, di “un pezzo di salotto buono della finanza milanese e, per il 2% del fondo cinese Nuo Capital, che ha preoccupato il Copasir.
L’azienda – che l’11 marzo, scrive il quotidiano, ha donato 1 milione di euro alla Protezione civile – spiega che i cinesi non c’entrano.
«Nuo è un fondo lussemburghese gestito da italiani con capitali per lo più olandesi. Altro che governo cinese».
Il ritardo dell’app, comunque, non dipende dalla composizione dell’azionariato societario, ma dal fatto che il Governo ha chiesto a Bending Spoons di adattare Immuni alla tecnologia Google e Apple, che sarà distribuita al pubblico solo il 15 maggio.
Dall’azienda fanno sapere anche che l’integrazione coi sistemi sanitari di 20 regioni “è un’operazione complessa”, e che per avviare l’app su tutta la popolazione serviranno dei test.
«Tutte criticità da noi descritte già in fase di bando».
La consegna di Immuni, insomma, è prevista per fine maggio.
Ci sono ancora dei nodi da sciogliere. Innanzitutto chi sarà a gestire i server. La ministra Pisano dice che spetterà a Sogei», ma Cassa Depositi e Prestiti spinge per la sua Sia. D
Scrive Repubblica:
“Ancora dopo una riunione di ieri, al governo sono tutti abbastanza sorpresi dal fatto che Immuni non sia ancora pronta. Tanto che a dispetto dell’ottimismo ostentato dal commissario Arcuri martedì («la app potrebbe partire a breve, anche per il primo maggio»), lo staff di Pisano ha cominciato a valutare la possibilità di implementare autonomamente l’applicazione”.
Eppure il ministero conosceva bene i tempi, che prevedevano, come detto, otto settimane dalla presentazione.
Il decreto presentato ieri prevede che l’app sarà scaricabile solo su base volontaria e che i dati personali raccolti saranno solo quelli necessari ad avvisare gli utenti se sono entrati in contatto con dei positivi.
I contatti saranno tracciati con il Bluetooth e non con la geolocalizzazione, e non saremo associati al nome ma a un codice identificativo temporaneo e anonimo.
Il database, inoltre, non potrà essere usato per altri fini, fatta salva la possibilità di utilizzo in forma anonima per motivi di sanità pubblica, profilassi, di statistica o di ricerca scientifica.
Un’ampia parte del decreto, spiega ancora il quotidiano, riguarda il modo in cui saranno trattati i dati:
“dovranno per legge essere resi anonimi o, se non è possibile, “pseudo-anonimizzati”, il che significa che anche quando dovessero essere associati a uno specifico indirizzo ip riconoscibile (succede nel momento in cui dal nostro telefono viene trasmessa, via Internet, la segnalazione di positività al server centrale) saranno prese misure per dissociare quell’indirizzo dal possessore del cellulare. In ogni caso, il decreto prevede che il database venga cancellato alla fine dell’emergenza Covid, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020. Giorno in cui sarà spenta anche la App”.