Su Libero critica Spadafora, la cui indecisione rischia di devastare l’economia del calcio. Ma anche il personalismo di Gravina e il caos che regna in Lega
“Mai, come in questo periodo, si sente la mancanza del calcio per il quale si fanno addirittura i sondaggi se ricominciare o meno il campionato. Solo il nostro governo tergiversa rimandando la decisione di riprendere o sospendere l’attività”.
Lo scrive Luciano Moggi su Libero. Forse, aggiunge, il governo non si rende conto “dell’importanza economica che riveste il mondo del calcio. Un’azienda che “non può essere devastata da politici timorosi e incapaci di prendere decisioni”.
Si riferisce al ministro dello Sport Spadafora, naturalmente, che invita a
“caricarsi sulle spalle la responsabilità di liberare il calcio come hanno fatto già in Germania e Inghilterra oppure fermarlo come ha fatto la Francia”.
Purché decida, scrive Moggi. Che continua:
“Sappia che il calcio in Italia, oltre all’esborso annuo che versa allo Stato, è radicato nella testa delle persone, molte delle quali preferiscono non mangiare ma andare allo stadio”.
Spadafora deve spiegare perché autorizza gli allenamenti individuali dal 4 maggio ma non quelli dei calciatori.
“Non crediamo che voglia ammirarli quando corrono privatamente nei parchi, come stanno facendo adesso”.
Moggi, poi, passa alla Figc.
“Intanto in Figc si spinge per ripartire, perché Gravina sa cosa potrebbe succedere se ciò non avvenisse: diverse società, anche della massima serie, potrebbero essere costrette a portare i libri in tribunale, venendo meno i diritti televisivi”.
Per questo Gravina ha lavorato, finora, anche se “magari troppo in autonomia” al protocollo sanitario. Ma anche il presidente della Figc non è esente da errori. Moggi infatti continua:
“dimenticandosi tra l’altro di convocare i medici sportivi che non hanno condiviso parte del contenuto, alla stessa stregua del governo che addirittura lo boccia, al pari del Coni”.
La domanda è
“perché non abbia pensato prima a convocare tutte le parti. Capita comunque la lezione, cerca adesso di assemblare le varie componenti”.
Il Lega è sempre il caos, spiega Moggi.
“Ognuno pensa al proprio orticello. Chi dice di annullare il campionato per paura di retrocedere, chi invece vuole ricominciare per provare a vincerlo. Se Spadafora dovesse immischiarsi in questo contesto, segnerebbe inevitabilmente la fine del suo ministero. Sappia che per eleggere un Presidente di Lega occorrono solitamente una decina di assemblee e spesso la Lega è stata commissariata per non aver raggiunto il quorum di consensi. C’è da augurarsi che si faccia di tutto per ripartire, ovviamente con le cautele del caso, copiando se occorre la Germania che, quanto a organizzazione, è sempre un passo avanti”.
La Germania riparte con un protocollo ferreo per attuare il quale occorrono
“persone carismatiche, abituate a prendere decisioni, che in Germania abbondano. Mentre da noi la paura la fa da padrona e non si hanno notizie di personaggi autorevoli al comando”.