ilNapolista

Libero: «De Luca costretto alle frasi secessioniste per indorare la pillola ai campani»

«Fontana è stato un signore a non rispondere. La Lombardia vuole riaprire perché vive del lavoro dei suoi cittadini, non di sussidi e lavoro nero».

Libero: «De Luca costretto alle frasi secessioniste per indorare la pillola ai campani»

Libero contro il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Sul quotidiano, Pietro Senaldi commenta il botta e risposta a distanza tra la Campania e la Lombardia. Con il presidente De Luca che ha minacciato di chiudere la regione se la Lombardia riaprirà troppo presto, mettendo a rischio il resto del paese.

Senaldi scrive che Libero ha sempre nutrito simpatia per il governatore campano, nonostante sia del Pd, perché “decide e non ha pregiudizi ideologici”.

“Non lo invidiamo, amministra una terra difficile, che lo costringe a provvedimenti drastici e dichiarazioni funamboliche”.

Si riferisce, come specifica, al richiamo al lanciafiamme per disperdere gli eventuali assembramenti, al divieto di consegna di cibo a domicilio e alla chiusura di Saviano dopo il funerale con 200 partecipanti del sindaco Sommese.

De Luca, scrive Libero,

è riuscito a frenare il contagio nelle sue terre. Ha chiarissimo che, se si apre un focolaio da quelle parti, è la fine – altro che Lombardia – e non sa più cosa inventarsi per tenere i campani a casa. È sotto elezioni e, poiché sta servendo ai suoi votanti una minestra indigesta, deve tenerseli buoni dicendo almeno qualcosa che a essi piace sentire. Perciò il boss campano ha attaccato Attilio Fontana che, con altri governatori del Nord, spinge per riaprire le aziende”.

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, avrebbe potuto rispondere che se ne infischiava, continua il quotidiano e rincarare la dose sfidando lo sceriffo.

“E chissenefrega? Avrebbe potuto rispondergli il collega lombardo. E poi ancora, rincarando la dose e sfidando i propositi secessionisti di De Luca: la chiudi in entrata? E allora ce ne faremo a malincuore una ragione. O la chiudi in uscita? Al che qualcuno nelle valli e nelle pianure contaminate potrebbe anche stappare un Franciacorta o un Prosecco”.

Invece, continua il quotidiano, “Attilio Fontana invece è stato un signore”, e ha promesso che non chiuderà mai la porta ai 14mila campani che ogni anno scelgono di andare a curarsi in Lombardia.

«Caro De Luca, qualunque cosa accada, sappi che noi non chiuderemo mai la porta ai 160mila italiani, tra i quali 14mila campani, che ogni anno scelgono di venire a curarsi in Lombardia».

Una risposta che spiega meglio di qualsiasi altra la reazione dei lombardi all’epidemia

“dignità del dolore, solidarietà, senso di unità, voglia di rialzarsi superiore alla paura, nessuna recriminazione per gli aiuti che lo Stato avrebbe dovuto dare e non ha dato e poche polemiche per i tanti bastoni tra le ruote che Roma ha messo a Milano. E, in particolare, i lombardi non hanno replicato agli sfottò piovutigli addosso anche da intellettuali di rossa fama, che li hanno accusati di essersi meritata l’epidemia, sfoderando il tema dell’eccessivo attaccamento al lavoro dei polentoni”.

Va di moda, scrive ancora Libero, soprattutto tra i fan del Premier Conte, sostenere che Fontana e Zaia siano irresponsabili nel loro desiderio di riavviare l’economia e le fabbriche delle rispettive regioni. Ma il loro non è un “istinto kamikaze”.

“Non è così. Il Nord è ricco e vuole rimanere tale. La ricchezza ha un prezzo, sconosciuto a chi non la possiede, che si chiama lavoro, duro e costante”.

I governatori del Nord vedono i loro corregionali impoverirsi sempre più, mentre il governo ritarda i provvedimenti in favore delle imprese. Vogliono solo riaprire in sicurezza per dare un futuro ai loro cittadini.

“Altrove non c’è fretta di riaprire perché è rimasto poco o nulla da riaprire. Ci sono altre entrate: stipendi pubblici, sussidi, lavoro nero, che come tale procede indisturbato da sempre senza permessi. Siamo felici che il governo voglia riaprire la Basilicata, risparmiata dal virus, ma temiamo che essa non sarà in grado di caricarsi sulle spalle l’Italia, come invece in buona parte fa la Lombardia, che paga il 22% delle tasse di tutto il Paese contro il 3% della terra amministrata dall’encomiabile De Luca”.

ilnapolista © riproduzione riservata