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La vedova di un runner: «Mio marito ucciso dal virus, indebolito dalla corsa. La gente non ha capito»

Intervista al Mattino. «Si allenava per la maratona. e pure non volete farlo per gli altri, fatelo per voi. Il virus attacca in maniera silente. Indebolisce i polmoni»

La vedova di un runner: «Mio marito ucciso dal virus, indebolito dalla corsa. La gente non ha capito»

Il Mattino ha probabilmente l’articolo più toccante e interessante del giorno. Lo firma Gianluca Agata che intervista la vedova di Giampiero Coppola. La signora Maria Aristo. Suo marito era un runner. Aveva 56 anni. Si allenava due volte la settimana. Stava preparando la maratona di Roma. Ha combattuto dieci giorni in terapia intensiva al Cotugno prima di arrendersi.

«Usciva solo per correre. In dieci giorni la situazione è precipitata ed i suoi polmoni sono collassati».

La signora – racconta Agata – è isciritta alla chat dei runner del marito. Lunedì, dopo aver visto le immagini sul Lungomare, è intervenuta.

«Se pure non volete farlo per gli altri, fatelo per voi e limitate le uscite, soprattutto le corse. Rinunciate alla corsa perché il virus attacca in maniera silente. Gli effetti collaterali sono l’indebolimento dei polmoni».

Quello che è successo lunedì è la dimostrazione del fatto che la gente non ha ancora ben precisa quale sia la gravità della situazione. (…) Per la corsa c’è sempre tempo, per la vita no.

Evidentemente il virus si è insinuato in una situazione di debilitazione che si verifica inevitabilmente dopo uno sforzo di 30-35 km. Sforzo al quale si era sottoposto mio marito, una decina di giorni prima che si manifestassero i sintomi dell’influenza, in vista della Maratona di Roma. Era andato a fare un allenamento molto intenso in vista della maratona di Roma che quasi certamente ha inciso sui polmoni.

I cittadini non hanno questo senso di responsabilità anche perché non è stato detto loro quanto reale sia la gravità. (…) Dopo l’apertura di lunedì, tra quindici giorni staremo peggio del mese di febbraio. Con il rischio che se un runner asintomatico cade e viene curato in ospedale per un banale infortunio, il contagio si diffonde.

 

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