Il mondo del calcio è diviso e il protocollo inizia a vacillare. Intanto il medico sociale del Toro Tavana si dimette dall’incarico in Figc
Domani il mondo dello sport si incontrerà per discutere il protocollo redatto dalla Figc e una possibile ripresa delle attività. Ma nelle manovre di avvicinamento le premesse non sono esattamente favorevoli al mondo del pallone.
Ieri, prima ha parlato il ministro della Salute, Roberto Speranza, «Lo dico da grande appassionato di calcio, ma con più di 400 morti al giorno è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci». Nel pomeriggio è stata la volta del suo vice, Pierpaolo Sileri: «Gli stadi non potranno riaprire, il rischio tra i giocatori resterebbe troppo alto anche per partite a porte chiuse». In serata, infine, il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: «Non è certa la ripresa degli allenamenti il 4 maggio». Parole che, scrive la Stampa,
“rendono probabile uno slittamento di altre due settimane per la ripresa degli allenamenti, dal 4 al 18 maggio”.
Sempre ieri il medico sociale del Torino, Rodolfo Tavana, si è dimesso dall’incarico di rappresentante della Serie A nella commissione Figc. Il Torino è firmatario con altre sei società di un documento contrario al protocollo e allo sforamento della stagione oltre il 30 giugno.
“Queste perplessità in parte sono condivise anche da chi non ha firmato il documento. Qualche dirigente ritiene «inapplicabile» il protocollo”.
E con la lettera dell’Aic in cui i calciatori dichiarano di non volere corsie preferenziali per i tamponi,
“un altro pilastro del protocollo vacilla”.