Intervista a Repubblica: «Non ci faremo certo prendere dalla fretta adesso. Zaia e Fontana? Magari sono più ottimisti di noi. Qui non possiamo correre rischi. La Calabria ha dimostrato di saper rispettare le regole più di altri»
Ieri il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha dichiarato di essere pronto a chiudere i confini della regione per proteggersi dai contagi provenienti dal Nord. Oggi Repubblica intervista il presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.
«De Luca vuole chiudere, io qui non ho mai aperto. Non ci faremo certo prendere dalla fretta adesso».
La Calabria, infatti, ha chiuso i suoi confini di notte, prima che il Governo stabilisse il lockdown.
«Sono chiusi dal 7 marzo, ancora prima che lo facesse il governo, perché abbiamo cercato di evitare l’esodo dei fuorisede. Le cose non sono cambiate, qui è ancora tutto blindato. Per il futuro valuteremo in base ai dati».
Sulla decisione di Zaia e Fontana di riaprire appena possibile.
«Magari sono più ottimisti di noi. Qui procederemo con gradualità, non possiamo correre rischi. Da oggi saranno consentite alcune attività come la manutenzione degli stabilimenti balneari, l’apertura dei laboratori di pasticceria nei giorni festivi, che qui avevamo deciso di vietare, e ci si potrà spostare dal proprio Comune per lavorare negli orti».
Santelli parla anche dei test sierologici.
«Rimane ad esempio un’enorme ambiguità sui test sierologici. Dovrebbero dirci quali siano attendibili. Aspetteremo ancora un po’, poi come altre Regioni ci muoveremo in autonomia. Dopo il 3 maggio, avvieremo 15 giorni di screening di massa e da lì decideremo come procedere».
E rivendica il fatto che in Calabria i divieti sono stati rispettati.
«La Calabria ha dimostrato di saper rispettare le regole più di altri, eravamo vicini allo zero, poi si è scoperto un focolaio nella Rsa di Torano Castello. Con questo virus è impossibile fare previsioni di lungo periodo».