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Il medico dell’Inter: “Ho avuto il virus, dieci giorni in ospedale. Sia la scienza a decidere la ripresa”

Il dottor Volpi al CorSport: “La realtà è molto più seria di quanto venga percepito nel nostro Paese. Niente fretta, perché correre rischi proprio adesso?”

Il medico dell’Inter: “Ho avuto il virus, dieci giorni in ospedale. Sia la scienza a decidere la ripresa”

Il Corriere dello Sport intervista Piero Volpi, medico sociale dell’Inter e direttore dell’Unità Operativa Ortopedia dell’Humanitas di Milano. Anche lui è stato contagiato dal virus, finendo ricoverato in ospedale per dieci giorni con il supporto dell’ossigeno.

A fine marzo i primi sintomi, dopo più di due settimane da Juventus-Inter, in seguito alla quale sono risultati infetti tanti giocatori delle due squadre.

Sta bene Volpi, e si definisce fortunato.

“Penso ai tanti medici ed infermieri che si sono ammalati e che non ce l’hanno fatta. Stando a stretto contatto con i contagiati si sono esposti al virus. Mi dispiace perché gli operatori sanitari stanno pagando un prezzo molto alto per questa situazione”.

Anche lui, probabilmente, è rimasto contagiato in ospedale, dice.

Avendola vissuta in prima persona, mi rendo conto che la realtà è molto più seria di quanto venga percepito nel nostro Paese. Sono rimasto per 10 giorni in ospedale e solo lì, dentro quei reparti, si può avere veramente l’idea di ciò che stiamo affrontando. Chi non ha avuto un’esperienza diretta fatica ancora a comprendere ciò che comporta una malattia di questo tipo”.

Proprio per questo, Volpi incita ad andare cauti con la Fase 2.

“Invito a riflettere molto bene su questa opportunità. Occorre valutare tutto con attenzione, senza farsi prendere dalla fretta. Perché correre rischi proprio adesso?”.

A decidere, dice, dovrebbe essere la scienza.

“A mio avviso, il via libera dovrebbe arrivare solo dalle autorità scientifiche competenti. Mi riferisco in particolare a virologi ed epidemiologi. La priorità deve essere sempre e comunque la salute. In ogni caso, saranno i medici di tutti i club a dover mettere in atto gli strumenti necessari per garantire la sicurezza all’intero gruppo di lavoro”.

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