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Il governo teme che il pallone possa essere strumento di contagio: calciatori in sedute individuali

Lo scrive Repubblica. Palazzo Chigi orientato ad autorizzare solo gli allenamenti individuali. Le dimissioni dalla Figc del medico Tavana fautore di una linea prudente

Il governo teme che il pallone possa essere strumento di contagio: calciatori in sedute individuali
foto Hermann / Kontrolab

E se il pallone fosse un potenziale strumento di contagio? Se lo chiedono a Palazzo Chigi e ne scrive questa mattina Repubblica nelle pagine dello sport.

Il quotidiano scrive che

l’orientamento del governo in merito all’attività sportiva in generale è di consentire gli allenamenti individuali (ad esempio per Federica Pellegrini) ma non quelli di squadra. I calciatori potrebbero al massimo scendere in campo singolarmente (o a coppie, chissà) per una seduta atletica, ma senza usare l’attrezzo di lavoro fondamentale, il pallone, messo al bando per le prime settimane, se non addirittura fino alla fine del mese di maggio.

Che senso ha allenarsi se non si può usare il pallone?

Il pallone rischia davvero di non rotolare, in quanto potenziale veicolo di contagio: colpendolo di testa, è stato fatto presente al ministero, si possono inalare goccioline di Covid 19 eventualmente presenti sulla superficie, anche se questo aspetto non compare nel protocollo igienico-sanitario che la Federcalcio ha presentato al governo. Dalla commissione che ha elaborato il documento, intanto, si è dimesso Roberto Tavana, medico del Torino, che rappresentava la Lega: era il fautore di una linea di estrema prudenza.

A questo punto, dopo le dichiarazioni dei ministri Spadafora e Speranza, diventa arduo sostenere la ripresa del campionato a fine maggio. La Stampa ipotizza che gli allenamenti possano riprendere il 18 maggio.

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