ilNapolista

Il capo dei medici della Liga: «All’inizio sarà un calcio diverso, con meno contatti»

Intervista a El Paìs: «Senza pubblico, con i controlli, per i calciatori non sarà facile. Anche tenerli in ritiro è una decisione che va valutata»

Il capo dei medici della Liga: «All’inizio sarà un calcio diverso, con meno contatti»
Napoli's players celebrate their side's goal during the UEFA Champions League Group E football match SSC Napoli vs KRC Genk.

El Paìs intervista Rafael Ramos Cáceres, presidente dell’Associazione spagnola dei medici delle squadre di calcio, conosce il protocollo di prevenzione che LaLiga ha preparato per il ritorno del campionato. Consapevole allo stesso tempo delle incertezze e delle paure dei giocatori.

Anche in Spagna non hanno sbrogliato la grande questione: c he cosa accade se un giocatore viene trovato positivo?

Rafael Ramos Cáceres dice che è diverso se la positività viene accertata nelle prime fasi o a campionato già cominciato. Se avviene nelle prime fasi, i suoi compagni possono essere controllati ogni giorno. Ammette che

Dobbiamo vedere come vanno le cose nelle prossime settimane. Con tutto il rispetto per il protocollo della Liga, al momento non abbiamo nulla di chiaro su come potrebbe essere applicato in questo caso.

Dice che non è facile sapere di quanti tamponi avranno bisogno le squadre. Poi il suo ragionamento va sull’aspetto atletico, sul rischio infortuni di cui ha parlato il capo dei preparatori atletici del Barcellona.

Non siamo preoccupati solo per il virus. I giocatori sono stati più o meno fermi per otto settimane, e rinchiusi. Non tutti hanno  case spaziose in modo da poter lavorare dal punto di vista atletico. Dopo otto settimane riscontreremo molte carenze. Non sappiamo quanto tempo ci vorrà per recuperare fisicamente senza aumentare l’incidenza di infortuni. Il tempo di preparazione deve essere prolungato in modo che i rischi siano ridotti al minimo. Inoltre ci sarà molta pressione dal punto di vista competitivo perché tutti gli obiettivi sono ancora in gioco.

Come cambierà il gioco

La pandemia ci ha cambiati così tanto che il modo di stare in campo non sarà lo stesso. All’inizio, i giocatori non avranno i contatti che avevano prima, giocheranno un altro calcio. L’assenza di pubblico, i controlli condizioneranno la concentrazione dei calciatori che sono persone non macchine.

A proposito dei giocatori che tendono ad asciugare il sudore con la mano o la maglietta, o a sputare sull’erba su cui rotola la palla…

«Ogni giocatore dovrà avere un comportamento il più cauto possibile»

«I più grandi dubbi dei medici riguardano il passaggio dalla fase di formazione collettiva alla competizione. Nelle settimane precedenti al ritorno in gara, impareremo abbastanza per assicurarci che non accada nulla.

«Non c’è ancora una decisione sui ritiri. Dopo otto settimane come queste, è molto difficile lasciare i giocatori e gli staff tecnico e medico bloccati in un hotel per 15 giorni»

ilnapolista © riproduzione riservata