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Crisanti: «L’app Immuni non serve a niente se non possono fare tamponi a tutti»

Il microbiologo consigliere di Zaia a Repubblica: «Troppo presto per riaprire. Bisogna potenziare la medicina territoriale e individuare gli asintomatici. Il caldo può attenuare la virulenza dell’infezione»

Crisanti: «L’app Immuni non serve a niente se non possono fare tamponi a tutti»

Già ieri, in un’intervista a Il Giornale, Andrea Crisanti, microbiologo e consigliere del governatore del Veneto, Luca Zaia, si era schierato contro la riapertura. Oggi ribadisce il concetto a Repubblica.

«I numeri sono uguali ai giorni del lockdown».

Non ci si può basare sul fatto che le terapie intensive sono più vuote, spiega.

«Non è negli ospedali che si vince questa sfida: ogni paziente ricoverato in terapia intensiva è una sconfitta. La battaglia si vince sul territorio. Ci vogliono diagnosi fatte via telefono. Vanno geolocalizzati i possibili casi e con software che già esistono si può capire se in una certa area si sta formando un cluster. Se si ha questo sospetto, si chiude l’area e si fanno tamponi a tutti, come a Vo’. L’unica cosa che funziona».

In questo senso l’Italia non si è attrezzata per la Fase 2. Non è stato investito nella medicina territoriale, tanto per cominciare. E sono stati spesi «inutilmente moltissimi soldi per i test sierologici: al massimo ci dicono se una persona è venuta in contatto con il virus. Ma non ci dicono se è guarito o se può contrarre di nuovo la malattia».

Inutile anche l’app Immuni, per Crisanti.

«Non serve a niente se non si ha la capacità di fare tamponi a tutti. Anche perché la app farà esplodere la richiesta di tamponi. Mi spiego. È ragionevole pensare che i nuovi casi positivi siano molti di più di quelli ufficiali, diciamo 10mila. Se ognuno di loro vede 10 persone al giorno, ci sono 100mila nuovi contatti, tracciati dalla app, che andrebbero verificati con un tampone. Centomila tamponi che vanno a sommarsi ai centomila necessari per personale medico, forze dell’ordine, ecc. Siamo pronti a fare 200mila tamponi al giorno?».

Anche l’ipotesi di utilizzare termoscanner è un’assurdità

«Altra cosa assurda: se uno ha 38 di febbre deve stare a casa e basta. Dobbiamo invece cercare gli asintomatici: a Vo’ abbiamo dimostrato che sono tanti e contagiosi. Ma per trovarli servono test a tappeto».

Crisanti si mostra speranzoso in vista dell’estate.

«Mi sto convincendo che il caldo possa attenuare la virulenza dell’infezione, anche perché fa evaporare le goccioline di aerosol su cui viaggia il Covid-19».

Ma, poi, in autunno si rischierà di nuovo «di ritrovarci al punto di partenza».

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