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Capello: «All’improvviso ti senti vecchio. A 74 anni tutto questo è come la campana dell’ultimo giro»

Alla Gazzetta: «Ora sarebbe bello se il calcio ripartisse. Ma per giocare è fondamentale allenarsi col pallone. La vicenda Sportiello ribadisce quanto sia subdolo questo virus» 

Capello: «All’improvviso ti senti vecchio. A 74 anni tutto questo è come la campana dell’ultimo giro»

«All’improvviso ti senti vecchio. Tutto questo, per un uomo di 74 anni, è come il suono della campana dell’ultimo giro. Ti chiudi in casa, leggi, guardi la tv e pensi che la vita non sarà più la stessa».

Fabio Capello racconta alla Gazzetta dello Sport, la paura del virus vissuta come appartenente ad un’età a rischio. E parla della ripresa del calcio: una possibilità di offrire svago al Paese martoriato dall’epidemia.

«Ripartire sarebbe molto bello. Qualche settimana fa non riuscivo a parlare di calcio: di fronte ad immagini come quelle delle bare trasportate dai camion militari nelle strade di Bergamo, sarebbe stato offensivo. Ora mi sento di affermare che lo sport manca a tutti e rimettersi in moto può aiutare il paese, anche sul piano psicologico. Credo che concerti, cinema e teatri saranno vietati a lungo. Le partite, ovviamente a porte chiuse, offriranno la miglior forma di svago. Poi c’è il discorso economico. Il calcio è un’industria importante. Nella sua filiera non ci sono solo allenatori e calciatori, ma anche migliaia di lavoratori del cosiddetto indotto. Queste persone, con l’attività sospesa, sono in difficoltà economica».

Sarà fondamentale rispettare i protocolli. Ma restano diversi interrogativi.

«Test medici accurati e ripetuti. Rispetto dei protocolli sanitari, dai centri di allenamento agli stadi. In questo caso, un ritiro permanente dei calciatori potrebbe essere la miglior soluzione. Sul piano regolamentare, sono favorevole alla proposta di aumentare il numero delle sostituzioni: quattro, se non cinque. Giocare dopo un lungo stop una gara ogni tre giorni può essere infatti pericoloso. Certo, ci sono due enormi interrogativi. La vicenda di Sportiello ribadisce quanto sia subdolo questo virus. E poi, come regolarsi in caso di una positività? Ritengo però che stare fermi non aiuti. Dobbiamo rischiare qualcosa».

Rispettando i protocolli si potrebbe giocare anche nelle zone dell’Italia che sono state più colpite, Lombardia, Veneto e Piemonte. Il calcio, comunque, non sarà più lo stesso.

«Il mercato sarà stravolto, ma eravamo arrivati a cifre folli. Si tornerà su livelli più ragionevoli. Anche qui serviranno dirigenti illuminati per rimettere il moto il sistema. Gli egoismi rischiano di essere distruttivi».

Impossibile fare previsioni su un possibile finale di stagione. Le incognite sono troppe, anche rispetto alla forma fisica dei calciatori.

«Quale sarà lo stato di forma dei calciatori? Correre sul tapis roulant, o allenarsi in palestra, aiuta a mantenere il peso, ma per giocare è fondamentale il lavoro con il pallone».

La tragedia più grande dell’epidemia è la cancellazione di un’intera generazione di anziani.

«Questa tragedia segnerà la storia del nostro Paese. E’ stata spazzata via una generazione che rappresentava la memoria storica dell’Italia»

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