Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità in conferenza stampa con la Protezione civile: “In Italia oggi non ci sono le basi per dare un patentino di immunità”
Accanto al capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, in conferenza stampa, oggi c’era Silvio Brusaferro. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico ha parlato di conferma di trend positivo nell’analisi dei dati dell’epidemia. Poi ha affrontato il discorso dei test sierologici che dovrebbero aiutare a conferire una patente di immunità.
“Oggi non ci sono le basi tecnico-scientifiche per dare un patentino di immunità. Non ci sono abbastanza positivi stimati. Stimiamo che il 90% degli italiani non sia venuto a contatto col virus. Per intenderci avere l’immunità di gregge significa che il 60/70% della popolazione sia immunizzata o sia stata a contatto col virus”.
Sui numeri ancora alti di Lombardia e Piemonte.
“Non mi sentirei di dire che il lockdown non ha funzionato perché il trend è comunque discendente. In quelle regioni la circolazione è stata comunque più elevata che nelle altre. Per noi ci sono tre Italia. In quella del Sud e delle isole la circolazione è molto contenuta, al centro è intermedia. In altre regioni è stata molto elevata, e anche il bacino di utenza è molto elevato e incide. I dati registrano comunque un calo, ma in queste regioni, essendo gli ospedali più sgravati, c’è anche più possibilità di fare tamponi e di andare sul territorio e intercettare precocemente i positivi ed evitare che in maniera asintomatica diffondano inconsapevolmente l’infezione Aspetterei qualche giorno per capire meglio come va l’infezione”.
I bambini potranno uscire con i genitori nella fase 2 o si dovrà aspettare la fase 3?
“Stiamo uscendo da un periodo difficile, dobbiamo fare ancora uno sforzo in alcune regioni dove il virus circola ancora. Nelle zone dove circola di meno e dove quindi ha funzionato di più la restrizione la quantità di suscettibili è ancora più elevata. Bisogna essere molto cauti nelle misure che prendiamo, per evitare una ripartenza. Stiamo studiando come ridurre il rischio nel movimento fisico. I bambini sono a contatto con i nonni e bisogna stare attenti a non scatenare un boomerang”.
In estate si potrà andare a mare?
“Difficile fare delle previsioni. Se va a fare una ferrata nelle Dolomiti, scalando e arrampicandosi, il rischio è piuttosto basso. Se va in contesti molto affollati aumenta. Il fattore decisivo è quello. Dovremo organizzarci la vita tenendo conto che sono questi i fattori che aumentano la circolazione dell’infezione”.