Dopo Olanda e Argentina. L’annuncio ufficiale del primo ministro. Un calciatore è stato in coma. In Francia il dibattito è stato maturo, non come quello italiano
Adesso è ufficiale. Il primo ministro francese Edouard Philippe ha annunciato che la stagione sportiva professionistica è terminata. Calcio compreso, quindi. Stamattina abbiamo riportato l’anticipazione de l’Equipe sulla possibilità che oggi il governo ponesse fine alla stagione calcistica.
L’annuncio è stato anticipato su Twitter sia da Rmc sia dal giornalista de L’Equipe Bertrand Latour. È finita la stagione sia per la Ligue1 sia per la Ligue2.
Info : Pour Ligue 1 et Ligue 2, saisons terminées. Reprise possible en août pour l’édition 2020-2021.
— Bertrand Latour (@LatourBertrand) April 28, 2020
? Pas de foot avant août, et on reprendra directement à la saison prochaine !
— RMC Sport (@RMCsport) April 28, 2020
?? Fin de la saison de football. Le gouvernement va annoncer dans les prochaines heures la fin de la Ligue 1 et de la Ligue 2. Plus de foot jusqu’en août. L’AG de la LFP va se réunir en mai pour statuer sur les classements de cette saison et les montées et descentes. #RMCsport
— Mohamed Bouhafsi (@mohamedbouhafsi) April 28, 2020
In Francia c’è stato un dibattito completamente diverso da quello che siamo costretti a sorbirci in Italia. In Francia, così come in Spagna, gli addetti ai lavori – allenatori, calciatori, anche presidenti – parlano da persone preoccupate, che si interessano del mondo. Da loro c’è stato anche un calciatore del Montpellier (Sambia) finito in coma per coronavirus.
Non oppongono il fatturato del calcio mentre il mondo è alle prese con una pandemia. Come se il fatturato fosse un passe-partout. Non ci vuole molto a capire che il calcio non consente il rispetto del distanziamento sociale. Non c’è nulla contro il calcio, semplicemente non si può giocare. Sono saltate le Olimpiadi, è saltato l’Europeo, è ferma la Nba, non c’è sport (a parte in Nicaragua) che stia svolgendo la propria attività.
Questione di cultura, di istruzione. E al momento nessuno parla di gombloddo nei confronti del povero calcio (da cui, tra l’altro, stiamo ancora aspettando una frase di senso compiuto per Atalanta-Valencia e Liverpool-Atletico Madrid). Così come nessuno ha avuto l’ardire di parlare di populismo, demagogia in un contesto con oltre ventimila morti.
Dopo l’Olanda, dopo l’Argentina, ci sarebbe anche il Belgio, la Francia ferma il calcio. Se ne parla ad agosto.
Il comunicato ufficiale del Nizza.