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Un giocatore dell’Nba racconta: “Mia mamma in coma per il coronavirus”

La Gazzetta riporta la drammatica storia da lui raccontata su Instagram. “Aveva la febbre a 40, poi è migliorata ma con questo virus non è mai finita»

Un giocatore dell’Nba racconta: “Mia mamma in coma per il coronavirus”

La Gazzetta dello Sport riporta oggi la drammatica testimonianza di Karl-Anthony Towns, giocatore dei Minnesota di Nba, che con un video su Instagram ha raccontato della storia della sua famiglia e soprattutto di sua mamma attualmente ricoverata in come a causa del coronavirus

“La settimana scorsa mi hanno detto che i miei genitori non stavano bene. La mia prima reazione è stata quella di cercare immediatamente un aiuto medico, di andare al più vicino ospedale. Per un paio di giorni le cose hanno continuato a peggiorare e io e mia sorella abbiamo chiesto che a mia madre venisse fato il tampone. Perché le cose andavano male: aveva sempre la febbre oltre 40 e stava molto male, con polmoni e tosse che continuavano a peggiorare. Si stava deteriorando, mentre noi, compreso mio padre che era stato mandato a casa a mettersi in quarantena, aspettando i risultati del test, speravamo che ogni nuova medicina che le davano fosse quella buona, quella della svolta. Ad un certo punto stava decisamente meglio. Parlavamo, e lei mi diceva di sentire di avercela fatta. Io sapevo che avevamo davanti altri giorni difficili, ma ero convinto che stessimo andando nella giusta direzione…

Invece le cose sono peggiorate in fretta. I suoi polmoni sono peggiorati, aveva difficoltà a respirare e l’hanno dovuta attaccare ad un respiratore. E poi l’hanno dovuta mettere in uno stato di coma indotto. Sono riuscito a parlare prima che lo facessero, a dirle quanto le voglio bene. E lei mi ha detto delle cose che non volevo sentire in quel momento, mi ha salutato come se fosse l’ultima volta. (…) Mi aggiornano costantemente sulle sue condizioni, ma è dura”.

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