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Repubblica: terrore coronavirus nelle carceri, i detenuti chiedono tamponi e misure alternative

Ieri sono stati sospesi i colloqui con i familiari e a Salerno è scoppiata la rivolta. Il decreto governativo prevede solo il controllo di chi viene carcerato  

Repubblica: terrore coronavirus nelle carceri, i detenuti chiedono tamponi e misure alternative

Il Coronavirus entra nelle carceri. Non ancora sotto forma di contagio, ma di terrore sì. Repubblica scrive che la prima misura presa per tamponare l’emergenza è stata quella della sospensione dei colloqui con i familiari (nelle carceri attrezzate avverranno via Skype). Cosa che ha scatenato la rivolta dei detenuti.

“L’episodio più grave si registra a Salerno, dove la sospensione dei colloqui con i familiari dei detenuti fino al 31 maggio, una delle misure annunciate per contenere la diffusione del Covid-19, scatena la rivolta. Per cinque ore, poco meno di 200 reclusi protestano devastando un’intera sezione dell’istituto di Fuorni. I ribelli sfondano una cancellata-finestra e salgono sul tetto della struttura armati di ferri divelti dalle brande”.

Il quotidiano parla di momenti di “tensione fortissima”, con la direttrice del carcere sfiorata addirittura da un estintore.

Sono dovuti intervenire i rinforzi della penitenziaria, i vigili del fuoco e naturalmente le autorità.

Ma i detenuti chiedono garanzie, prevenzione, attenzione.

“I detenuti consegnano un documento dove chiedono, tra l’altro, di sottoporre tutta la popolazione carceraria a tamponi per il test sul coronavirus e misure alternative al carcere”.

Anche negli istituti napoletani si sono registrate tensioni, in particolare, scrive il quotidiano, a Secondigliano e Poggioreale e nell’istituto casertano di Carinola.

Il decreto governativo prevede che prima dell’accesso alle carceri ai detenuti sia misurata la febbre e, se necessario, fatto il tampone.

 

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