A CadenaCope: “In Inghilterra non si fanno i tamponi. Noi calciatori siamo privilegiati, i “cojones” li hanno quelli che vivono in 70 mq con tre bambini, loro sono eroi”
Aumenta il numero dei malati (e purtroppo delle vittime) eccellenti di Covid-19. Tra questi c’è anche l’ex portiere del Napoli Pepe Reina (ora in prestito all’Aston Villa), che racconta a Cadena Cope le brutte sensazioni e la paura:
“La scorsa settimana ho avuto tutti i sintomi del coronavirus, sono stati giorni difficili in cui ho preso ogni tipo di precauzione per non contagiare chi vive con me. Qui non si fanno i test e questo non può che essere un problema, ma adesso sto bene. È dura, è come se mi fosse passato addosso un camion”.
Tra Italia e Spagna la situazione è drammatica:
“Seguo tutto quello che succede sia in Spagna che in Italia, sono momenti difficili e siamo tutti preoccupati. Quello che mi tocca di più è vedere persone che se ne vanno senza neanche la possibilità di essere salutate per l’ultima volta dalla propria famiglia. Dobbiamo rispettare tutte le norme di sicurezza che ci sono state date, solo così riusciremo ad uscirne. Il calcio in questo momento è secondario, non mi importa sapere quando si tornerà in campo, quel che conta è la salute, capisco che ci siano grandi interessi economici in gioco, ma è uguale in tutti i settori”.
Reina è per lo stop totale del calcio:
“Non ha senso giocare senza pubblico, ma in ogni caso è essenziale che si torni a giocare quando ci saranno tutte le garanzie per farlo in sicurezza. Noi calciatori siamo dei privilegiati, per me è facile restare in isolamento, le persone che hanno veramente i “cojones” sono quelli che vivono in un appartamento di 70 metri quadri con tre bambini, loro sono degli eroi”.