ilNapolista

Nick Heath si è inventato le telecronache senza sport: le sfide sulle strisce pedonali o ai supermercati

In pieno coronavirus si è inventato le telecronache senza sport: sono diventate virali, raccontano l’ordinarietà come se fosse una finale mondiale

Nick Heath si è inventato le telecronache senza sport: le sfide sulle strisce pedonali o ai supermercati

Dove voi vedete due ragazzi che si passano pigri un pallone al parco, tic… toc…. Nick Heath ci vede “la finale del campionato dei due tizi soli al parco”. E le mamme che spingono il passeggino diventano l’“International 4×4 Pushchair Formation Final. Live.”  Il vecchio adagio “lo sport è vita”, in un momento in cui lo sport non c’è perché la vita s’è rintanata nelle case per colpa della pandemia, viene ribaltato in un molto più interessante “la vita è sport” da questo telecronista freelance inglese di rugby. Il quale, rimasto orfano della stessa sostanza del suo lavoro – le gare, le partite, la competizione – trasforma il normale attraversamento pedonale di una qualunque strada londinese in un contest, e lo racconta proprio così: con il tono, la verve, delle appassionate telecronache sportive.

Nick Heath s’è inventato un genere. I suoi video postati su Twitter con l’hashtag #LifeCommentary diventano virali: anche 500.000 visualizzazioni per vedere gente che fa acquisti al mercato, commentata come se stesse gareggiando per una finale mondiale. La vita di tutti i giorni – quel poco che ancora resiste in Inghilterra, almeno – diventa un evento, l’ordinarietà del gesto un momento da raccontare con l’epica prima riservata dallo straordinario. In pratica i Monty Python.

Tale è il successo che il New York Times gli dedica un pezzo. “Il mio è un commento tradizionale all’inglese piuttosto vecchio stile – dice – Per me lo sport non riguarda esclusivamente l’azione sul campo. Riguarda l’atmosfera, il momento, il suono, il contesto. Ho immaginato che questa cosa potesse piacere perché gratta quella specie di prurito che abbiamo tutti in questo momento di stop dello sport, è una specie di placebo”.

E così, in 430.000 sono accorsi sul social per guardare due cani che si inseguivano giocando al parco: “E questi due, vaniglia e cioccolato, stanno andando fortissimo. Vaniglia scollina in vantaggio, ma Cioccolato insegue… Gran gioco di gambe!”, ecc ecc…  Tutto così.

D’altra parte sul web impazzano centinaia di video che la gente chiusa nelle proprie abitazioni si autoproduce simulando in casa una varietà di sport impressionante. E’ il mercato della privazione, che scatena l’inventiva, il genio, o per molti la follia. E che aveva bisogno di una voce professionale, di una cronaca come quelle che finora davamo per scontate seduti sul divano davanti alla tv. Ora che da quel divano ridiamo mentre guardiamo gente che sceglie la frutta al banco, perché “il signore che compra le banane ha una tecnica sopraffina, che professionista!”.

Regional Qualifiers Market Bartering. Live.#LifeCommentary #LiveCommentary pic.twitter.com/On36myTsNu

ilnapolista © riproduzione riservata