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Le Regioni contro la Protezione civile: “Se non siete in grado di rifornirci, facciamo da soli”

Sul Fatto il duro scontro tra i governatori e il commissario Arcuri che, a quanti lo avvertono che cercheranno mascherine e ventilatori sui loro canali, risponde: “Allora comprate qualcosa anche per me” 

Le Regioni contro la Protezione civile: “Se non siete in grado di rifornirci, facciamo da soli”

Il Fatto racconta la lite tra il commissario alla Protezione civile, Domenico Arcuri e le Regioni, ieri, in videoconferenza. La ricostruisce attraverso i file audio dei vari interventi.

Quasi una rissa, scatenata da un’affermazione di Arcuri:

“Almeno la metà dei ventilatori della gara Consip verrà consegnata solo alla fine dell’emergenza che, come noto, non si prevede breve”.

La notizia che qualcosa, nell’approvvigionamento delle attrezzature, sta andando storto, ha scatenato la reazione delle Regioni.

L’assessore al Bilancio della Lombardia, Davide Caparini, ha chiesto se avrebbero ricevuto quanto richiesto.

“Altrimenti mi arrangio da solo con la nostra centrale acquisti e con le donazioni dei privati. Me lo dovete dire una volta per tutte, sennò queste riunioni sono solo una seduta di psicanalisi di gruppo”.

Non sono arrivati i tamponi, le tute e le mascherine promessi. Non si sa quando saranno disponibili i ventilatori polmonari e c’è chi denuncia di aver ricevuto cose diverse da quelle richieste, e anche pezzotte.

Arcuri, messo alle strette, sbotta in direzione di Caparini:

“Se la Lombardia va sul mercato per conto suo, come hanno fatto già altri come la Regione Trentino-Alto Adige, ti chiedo anche di comprare qualcosa per me”.

Il Commissario attacca anche Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione controllata dal ministero dell’Economia. Colpevole, a suo dire, dei ritardi.

“Mi prendo carico delle responsabilità e dei risultati del commissario, ma non di Consip che è un fornitore della Protezione civile che quasi sempre non rispetta le tabelle di consegna”.

Poi, prima smussa i toni:

“Consip ha fatto una gara molto in fretta purtroppo in un momento di emergenza profondo: ha raccolto le offerte dei produttori e obiettivamente non ha responsabilità per i mancati arrivi. Ma certamente ha quella di non saper pianificare questi arrivi. È inaccettabile che non ci dica per tempo che le consegne programmate invece non avverranno”.

E poi torna all’attacco:

“Da un paio di giorni sono riuscito a farmi fare uno schema da loro: ho preso atto che almeno il 50 per cento dei ventilatori acquistati verrà consegnato alla fine dell’emergenza che non sarà breve. Spero che almeno l’altro 50 per cento riusciremo a portarvelo”.

A questo punto anche Emiliano, presidente della Regione Puglia, si mette sulla linea di Caparini:

“Se esiste un mercato parallelo che voi non riuscite a gestire, allora io compro da solo in base alle relazioni internazionali che ciascuno di noi governatori ha”.

Ritardi e carenze sono lamentate anche dalla governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei.

“Ci servono camici impermeabili. E poi i caschi: a oggi consegne zero e lo stesso per le mascherine total face. Di tute per i sanitari ne abbiamo ricevute 164 in tutto quando ne occorrerebbero 130 al giorno. Attualmente abbiamo solo 13 posti in terapia intensiva, stiamo per andare in crisi: abbiamo un bisogno disperato e urgentissimo. Ma soprattutto se mi si dice che arriva una certa cosa, mi aspetto che poi arrivi davvero: ieri notte nei pacchi che ci avete consegnato abbiamo invece trovato tre carrelli e soli due respiratori rispetto a quelli su cui confidavamo. Per di più sono ventilatori cinesi e non sappiamo neanche se funzionino come è successo con altri”.

E Arcuri:

“La fornitura cinese di adesso non ha niente a che fare con quella di dieci giorni fa quando fortunatamente ancora facevo l’amministratore delegato di Invitalia”.

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