E’ il primo sport che lo fa: “rispondiamo eticamente alle condizioni complessive del Paese, tuteliamo il futuro dei giocatori e delle loro famiglie”
Il Consiglio Federale della FIR si è riunito in video-conferenza giovedì 26 marzo per definire le azioni da adottare a fronte della pandemia da Covid-19 attualmente in atto, dopo aver temporaneamente sospeso sino al 3 aprile ogni forma di attività agonistica.
“La ripresa dell’attività domestica per la stagione 2020/21 sarà successivamente normata dal Consiglio e comunicata al movimento – scrive la Federazione nel comunicato – Nell’assumere una decisione che non ha precedenti nella storia del rugby italiano dal secondo dopoguerra ad oggi il Consiglio ha tenuto in massima considerazione i valori fondanti del rugby italiano e il loro attivo impatto sulla società civile e sui Club, nell’intento di rispondere a tre aspetti imprescindibili: tutelare la salute e il futuro dei giocatori di rugby di ogni età e livello del nostro Paese, delle loro famiglie e delle loro comunità. Mostrare come il Gioco di Rugby sia pronto a rispondere eticamente alle condizioni complessive del Paese, duramente sfidato sul piano sanitario ed economico dalle vicende epidemiche attuali anche affrontando – come opportuna forma di condivisione – il sacrificio di una sospensione tanto incidente sull’attività agonistica nazionale. Consentire ai Club di ogni livello di operare in regime di chiarezza rispetto alle attività previste nei prossimi mesi”.