Il Mattino intervista Maurizio Di Mauro, manager del Cotugno: «Oltre 150 posti sono stati occupati in una settimana. Le forniture promesse dalla Protezione civile slittano di settimana in settimana»
Il Mattino intervista il manager del Cotugno, Maurizio Di Mauro. Il Cotugno e il Monaldi sono pieni, non ci sono più posti liberi.
«Nessuno libero. Oltre 150 posti, di cui un terzo tra rianimazione e sub intensiva, compresi quelli al Monaldi, sono stati occupati in una settimana».
L’unico modo per fronteggiare l’epidemia, ribadisce, è rimanere a casa.
«Bisogna restare a casa per evitare altri contagi. È l’unico modo per affrontare l’ondata di persone che hanno contratto il virus due settimane fa».
E’ necessario trovare altri posti letto, non solo di rianimazione, ma anche di terapia sub intensiva. Un problema è rappresentato dal contagio del primario del Monaldi, Antonio Corcione.
«Se tutti i suoi collaboratori risulteranno negativi, già da stasera apriamo 8 posti di intensiva al Monaldi usando le sale operatorie. Servono anestesisti, infermieri, tutto il gruppo di Corcione. Altri 8 sono posti pronti ma abbiamo macchine per soli 3 o 4 unità. Servono i ventilatori e siamo disponibili ad andare a smontarli delle sale operatorie inutilizzate».
L’alternativa è trasformare altri ospedali per l’accoglienza dei pazienti Covid-19. Ma servono le forniture promesse dalla Protezione civile «che slittano di settimana in settimana».
I reparti sono al completo. Solo la bravura dei primari riesce a evitare l’intubazione di altri pazienti.
«Tutti i 32 posti del primo piano del nuovo padiglione del Cotugno sono occupati. Dobbiamo trasformare le altre strutture per raddoppiare ma servono macchinari, infusori, letti e personale».
Entro poche ore, assicura, si apriranno altri 32 posti di rianimazione e sub intensiva utilizzando alcune degenze della Vanvitelli e 24 unità di degenza ordinaria in un padiglione del Policlinico.
«Ma sto pensando di utilizzare anche le unità intensive del Cto individuando percorsi separati e un reparto solo Covid con i posti di rianimazione e ordinari. La stessa metodologia potremmo utilizzarla per il padiglione di Malattie infettive della Federico II».