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Gravina: “I campionati sono la priorità. Possibile si arrivi al taglio degli stipendi”

Il presidente della Figc a Radio 24 ha esposto le sue idee su come potrebbe essere concluso il campionato “Non voglio nemmeno pensare che non si riparte”

Gravina: “I campionati sono la priorità. Possibile si arrivi al taglio degli stipendi”
Dopo il rinvio dell’europeo non si è ancora chiarito quale sarà il futuro dei campionati nazionali, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha esposto le sue idee a riguardo a Radio 24

“Per noi i campionati nazionali hanno la priorità. Lo abbiamo già fatto presente,  non vogliamo penalizzare nessuno, ma così come noi valutiamo dei cambi di format in caso di riduzione delle finestre per giocare, così deve fare l’Uefa rimodulando Champions e Europa League”.

Non è ancora possibile sapere quando si potrà tornare a giocare, ma per adesso si possono fare delle previsioni
“Non voglio nemmeno pensare che non si riparte, sarebbe una iattura, mi preoccuperebbe per il nostro Paese. Resto convinto che ci sarà una ripresa: noi ipotizziamo il 3 maggio in modo da chiudere tutti i campionati entro giugno. La Uefa ha fatto diverse ipotesi, la piu ottimistica indica il 14 aprile, mantenendo la formula attuale, un’altra i primi maggio, l’ultima il 13 giugno. Negli ultimi due casi andrebbero cambiati i format, non escludendo l’ipotesi playoff e playout”
Gravina ha esposto anche le idee pratiche per terminare il campionato
“Grazie al rinvio dell’Europeo, che avevamo fortemente auspicato, abbiamo maggiori possibilità di posizionare le date per i recuperi tra maggio e giugno, sperando che la deadline del 30 giugno sia sufficiente. Altrimenti noi, come la Federazione spagnola, chiederemo la possibilità di sforare di 10-15 giorni a luglio”.

Anche per il presidente della Figc il taglio degli stipendi è una possibilità a cui non ci si deve chiudere

“Non può essere un tabù parlare di tagli degli stipendi. Dobbiamo capire che l’emergenza vale per tutti e anche il nostro mondo deve avere la capacità di cambiare. Siamo chiamati a un gesto di grande responsabilità”.

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