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Gli Stati Uniti col record di contagi e disoccupati. Il Nyt: “Pandemia non presa sul serio”

Il presidente cinese Xi Jinping sente Trump e offre l’aiuto della Cina. Negli States gli stessi problemi di quasi tutta l’Europa: attrezzature, strutture, medici

Gli Stati Uniti col record di contagi e disoccupati. Il Nyt: “Pandemia non presa sul serio”

Il momento è arrivato. Gli scienziati e gli economisti avevano parlato in parallelo e le previsioni si sono incrociate contemporaneamente: gli USA sono ufficialmente il Paese focolaio della pandemia di Covid-19 nel mondo: con più 85.000 persone contagiate (ma è la solita stima al ribasso basata solo sui test effettuati) e più di 1.200 morti ha superato anche la Cina e l’Italia.

Nello stesso momento è scoppiata la bolla economica: quasi 3,3 milioni di lavoratori hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione nell’ultima settimana, quella terminata il 21 marzo. Un evento senza precedenti nella storia moderna degli Stati Uniti, cinque volte superiore al massimo storico di 695.000 richieste che risale all’ottobre del 1982.

Oggi il New York Times mette in prima pagina i record pubblicando il grafico della disoccupazione, che messo su carta è impressionante. Una linea verticale, che si impenna all’improvviso.

New York Times

Con 330 milioni di residenti gli Stati Uniti sono il terzo Paese più popoloso al mondo – scrive il NYT – il che significa che una porzione vastissima sarà infettata dal virus e si ammalerà. In una democrazia “tentacolare e cacofonica”, in cui gli Stati stabiliscono le proprie politiche e il presidente Trump invia contrastanti sulla portata del pericolo e su come combatterlo.

Lo stesso NYT accusa: la risposta degli USA è minata da una serie di passi falsi e opportunità perse. Tra questi l’incapacità di prendere sul serio la pandemia anche se aveva inghiottito la Cina, una politica di pochi test che ha lasciato il paese cieco, incapace di dare una dimensione all’emergenza, e una terribile carenza di maschere e dispositivi di protezione per proteggere medici e infermieri in prima linea, così come di ventilatori per mantenere in vita i malati critici.

Nella notte Trump ha avuto un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping. Secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua Xi ha affermato che la Cina è “disposta a lavorare con tutti, compresi gli Stati Uniti nella lotta contro la pandemia e che è molto preoccupato per lo sviluppo dell’epidemia negli Stati Uniti. I cinesi sperano sinceramente che gli Stati Uniti controllino presto la diffusione dell’epidemia e riducano le perdite causate dall’epidemia al popolo americano”.

“Per la Cina e gli Stati Uniti, la cooperazione è al servizio degli interessi dei due paesi e il conflitto può solo ferire entrambi. La cooperazione è l’unica scelta corretta. Si spera che gli Stati Uniti intraprenderanno azioni sostanziali per migliorare le relazioni sino-americane e le due parti lavoreranno insieme per rafforzare la cooperazione in settori come il contenimento dell’epidemia sviluppando relazioni non conflittuali”.

La Casa Bianca non ha ancora rilasciato una lettura o una dichiarazione sulla conversazione e sui suoi contenuti. Ma in un tweet Trump ha detto che si è trattato di una “conversazione molto buona”. Ha aggiunto: “Molto rispetto!”. Secondo i media statali cinesi, Trump ha ringraziato la Cina per aver fornito materiale medico agli Stati Uniti per combattere l’epidemia e per aver “rafforzato gli scambi in campo sanitario, compresa la cooperazione nello sviluppo di efficaci farmaci anti-virali”.

Intanto a New York, focolaio statunitense della pandemia, in attesa che la ricerca trovi farmaci efficaci contro il coronavirus e magari un vaccino, alcuni ospedali stanno avviando una sperimentazione clinica con le trasfusioni di sangue da pazienti convalescenti. Una pratica già usata in Cina nei mesi scorsi, che come molte altre non ha ancora evidenze scientifiche significative.
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