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Bufera su Macron: «Sapeva tutto dall’11 gennaio, non ha agito». Le accuse dell’ex ministra della Sanità

Dal Corsera. L’ex ministra fu costretta a dimettersi per sostituire il candidato nelle elezioni di Parigi. Ma ha parlato solo dopo aver perso. Le Pen: «Scandalo di Stato»

Bufera su Macron: «Sapeva tutto dall’11 gennaio, non ha agito». Le accuse dell’ex ministra della Sanità

Adesso la Francia e i francesi hanno paura. Le reazioni sono sempre le stesse, ovunque. Si sottovaluta l’emergenza, si scherza, c’è chi cavilla sulla perdita di libertà, e poi improvvisamente il mostro appare nitidamente e la gente scappa.

È successo, sta succedendo anche in Francia. Dove solo l’altra sera Macron ha deciso di prendere provvedimenti seri, realmente restrittivi, perché non c’è altro da fare per contenere la diffusione del virus. Non perché improvvisamente ci si è appassionati agli stati di polizia, come ahinoi ancora tante persone blaterano.

Lo racconta il Corriere della Sera. Ieri su Le Monde l’ex ministra della Sanità Agnès Buzyn ha rilasciato dichiarazioni molto pesanti:

Avremmo dovuto annullare tutto, le elezioni di domenica sono state una buffonata. Quando ho lasciato il ministero (per la candidatura a sindaca di Parigi, ndr) piangevo perché sapevo che l’onda dello tsunami era davanti a noi». «L’11 gennaio ho inviato un messaggio al presidente Macron per informarlo del coronavirus. Ora l’ospedale ha bisogno di me. Ci saranno migliaia di morti.

Buzyn non è più ministra perché durante la campagna elettorale per il sindaco di Parigi, ha dovuto sostituire il candidato di Macron che era stato coinvolto in uno scandalo a sfondo sessuale. Elezioni che l’ex ministra ha perso, altrimenti molto probabilmente non avrebbe detto nulla.

Prosegue il quotidiano:

Marine Le Pen parla comunque di «scandalo di Stato», Jean-luc Mélenchon evoca «una responsabilità penale di Buzyn e delle persone da lei avvisate», ovvero il presidente Macron e il governo, che negli ultimi giorni ha cambiato completamente strategia e comunicazione: finite le rassicurazioni e le misure «proporzionate e graduali», si passa allo «scenario italiano».

Inatnto i morti salgono a 175 (lunedì erano 148), il ministro dell’Interno dice: «State a casa, è una questione di vita o di morte», e i francesi – anche loro – cominciano la corsa al treno che li porterà lontano da Parigi.

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