Sul Corriere Fiorentino il racconto di un volontario della Croce Rossa. «Anche io prima sottovalutavo il rischio, invece adesso ho paura»
Sul Corriere Fiorentino la testimonianza di un volontario della Croce Rossa, Roberto Mancini. Dopo una settimana in servizio a Bergamo, in piena “guerra” al Covid-19, è tornato a Firenze. E si è reso conto che, in Toscana, il virus è ancora sottovalutato.
Racconta cosa ha visto nei suoi giorni in Lombardia.
«L’atmosfera in città è spettrale, la gente è terrorizzata, chiunque ha un parente infettato, tutti hanno paura di morire. Vieni in contatto con persone mai viste prima, e immediatamente diventano come fratelli, non mi era mai successo una cosa del genere in questi anni nella Croce Rossa».
Lì, spiega, tutti rispettano le regole. Hanno capito perfettamente cosa stanno combattendo.
«Per strada non c’è nessuno, né passanti né auto, in Toscana ancora c’è troppa leggerezza, la gente non ha capito. Prima di andare a Bergamo, io stesso sottovalutavo il rischio, adesso invece ho paura».
Stesso discorso negli ospedali.
«A Bergamo tutti i dottori e tutti gli infermieri girano con le tute bianche protettive, in Toscana no. La Croce Rossa ha alzato il livello di guardia e siamo attrezzati, ma ci sono ancora tanti volontari di molte associazioni che hanno indicazioni troppo blande dal 118».