Duka intervistato da Tuttosport: “La scuola di Coverciano non ha rivali. Infatti vincono ovunque perché hanno una maggiore cura dei dettagli”
Su Tuttosport un’intervista ad Armand Duka, presidente della Federcalcio albanese, il primo ad aver inserito tecnici italiani alla guida della Nazionale.
«Era il 2002 e chiamai Beppe Dossena: fu il primo allenatore straniero dai tempi del dopoguerra. Fui molto criticato per questo, perché l’ambiente era molto tradizionalista e per noi la Nazionale ha una importanza enorme. Però, sebbene sia rimasto poco, ha tracciato una strada e piantato un seme».
Poi ci sono stati De Biasi e Panucci, sul quale, però, Duka non spende parole al miele («Quella scelta l’ho sbagliata completamente e chiedo ancora scusa ai tifosi. Per noi la Nazionale è la cosa più importante e lui mi ha distrutto la squadra. Pensavo che fosse un uomo di carattere e invece è un uomo di conflitto: non potrà mai fare l’allenatore. Dopo ogni partita c’erano critiche, tensioni con la stampa. Io cercavo di mediare ma lui faceva le stesse cose e determinava altre spaccature E, per di più, non pensa al calcio: ama solo i soldi»). E poi Reja.
Duka spiega perché.
«Perché sono certo che i tecnici italiani siano i migliori del mondo e la scuola di Coverciano non ha rivali. Infatti vincono ovunque. Sono più disciplinati perfino dei tedeschi perché hanno una maggiore cura dei dettagli. Quanto a Reja, è un allenatore di grande esperienza e un uomo saggio, di mediazione: ha riportato il sorriso nella squadra e c’è un clima finalmente costruttivo».
Infine, nonostante sia tifoso del Milan, tra le italiane, elogia il lavoro dell’Atalanta.
«La lezione dell’Atalanta è molto importante per tutti, non soltanto per il Milan. Prima il settore giovanile, la società e le strutture, poi la squadra sì che può fare grandi cose. L’Atalanta è un grande esempio italiano che sta dimostrando di funzionare».