Sarebbe proprio ora di sentirci finalmente non solo orgogliosi, ma anche soddisfatti e liberi.
E’ già un dolore, in ogni caso, ed è già una vergogna, indipendentemente da come evolverà la situazione difficile della bimba ferita, che tutti naturalmente abbracciamo e incoraggiamo.
Ed è una vergogna non tanto, o piuttosto non solo, per l’ignobile agguato a colpi di pistola fra la gente in pieno giorno, che poco ci sorprende, oramai, perché troppo somiglia a tanti altri fatti di cronaca, ma principalmente per tutto quello che questa vicenda drammatica ed assurda ci dimostra, ancora una volta.
E ovvero l’esistenza di un sistema di relazioni corrotte e violente, così fitto, così articolato e soprattutto così annodato al nostro territorio, da apparire (a molti di noi, ma per fortuna non a tutti) quasi come un “fatto” inevitabile, dentro una logica però che oramai è troppo, troppo rassegnata.
Ma siccome c’è anche tutto il resto, e c’è una marea di gente che invece non si rassegna affatto (come dimostra anche la presenza del figlio del boss al sit-in di Piazza Nazionale), sarebbe bello ed importante in questo caso, come sarebbe stato bello anche per altri precedenti, vedere una partecipazione cittadina più corale, di una Napoli coinvolta, consapevole, indipendente e stanca dei suoi fardelli, dei quali sarebbe veramente ora di fare a meno.
Ci vorrebbe in questi giorni quella stessa Napoli innamorata di se, che posta migliaia di foto al minuto sui social per diffondere la sua bellezza e i suoi colori, o che ricorda i suoi grandi artisti in Piazza del Plebiscito, con centinaia di migliaia di persone, per ore, esprimendo in quel caso un sentimento di amor proprio “a fondo perduto”, e dimostrando un attaccamento unico, difficile anche da spiegare a parole. Ci vorrebbe quella Napoli per Noemi, più di quanto non ci sia stata per Pino Daniele!
E quindi, sia per sostenere davvero la piccola in pericolo di vita, o anche per ricordare le tante altre vittime quotidiane di violenze e ricatti (come Francesco Della Corte, il vigilante notturno ucciso a Piscinola da una baby-gang poco più di un anno fa), e sia per supportare coloro che invece già operano silenziosamente e faticosamente per mantenere viva la passione che tutti abbiamo per quella che è la nostra casa, serve adesso una cittadinanza rinnovata, stabilmente presente e unita. Servono i napoletani, tutti, per Napoli, sempre.
Sarebbe proprio ora di sentirci finalmente non solo orgogliosi, ma anche soddisfatti e liberi.