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La media spettatori del Napoli riempirebbe lo stadio del Padova

Un’analisi dei fattori che possono condizionare la fuga dei tifosi del San Paolo. Dalle condizioni economiche ai servizi offerti

La media spettatori del Napoli riempirebbe lo stadio del Padova

I servizi che mancano

Cari amici del Napolista, la serata di domenica ha visto la presenza di un grande Napoli ma l’assenza dei suoi tifosi.

In questa stagione calcistica il San Paolo vanta la media di 32.476 spettatori, numero che riempirebbe soltanto lo stadio Euganeo di Padova (32.240), considerato da molti lo stadio più brutto d’Italia.

Purtroppo il nostro stadio non è da meno: una possibile giustificazione alla mancata passionalità partenopea potrebbe essere legata alla questione stadio. In attesa dei lavori delle Universiadi, il San Paolo sembra privo di servizi per il tifoso: il napoletano non può sedersi comodamente, non può sedersi nel proprio seggiolino per proprie colpe e, in parte, della società che non ha ancora capito di dover vendere i biglietti a prezzi diversificati da posto a posto (vecchia questione), di una buona visuale della partita e di servizi igienici che spesso mancano.

Ma in fondo questi sono problemi che il Napoli ha da sempre e non spiega del tutto l’assenza dei 50 mila.

L’orario della partita

Un altro fattore può essere l’orario della partita, ma anche qui ci sarebbe da discutere: le tv trasmettono ogni singola partita del campionato da almeno 20 anni, e il grosso crollo dei supporter partenopei è stato avvertito soprattutto quest’anno. La media degli spettatori nella scorsa stagione è stata superiore alle 43 mila unità, numero quest’anno superato soltanto due volte in campionato (Chievo, partita alle 15, e Bologna, partita alle 18 e sotto le luci) e una in Champions contro il Psg. È vero che il Napoli ha visto una maggiore presenza nelle partite delle 15, ma risulta un numero piuttosto in calo rispetto alle stagioni precedenti.

Altra condizione d’impossibilità del tifoso può essere il costo del biglietto, ma altro problema in parte superato.

Prendendo in considerazione le partite con le squadre medio piccole, mediamente i prezzi risultano essere: 12-14 euro in curva, 18 euro nei distinti. 25-28 in Nisida e 35 nella Posillipo. (con biglietti gratuiti per gli under 14 se acquistati al botteghino dello stadio)

Il San Paolo è lo stadio meno costoso della Serie A, e anche rispetto ad alcuni impianti di B, nonostante ci giochi la seconda forza del calcio Italiano.

Prezzi e condizioni economiche

Nell’ultima partita del 2018, Napoli-Bologna, il prezzo massimo per “vivere” la partita era di 35 euro in Tribuna Posillipo. Un tifoso della Roma, che vorrà recarsi all’Olimpico per la stessa partita, potrà pagare con gli stessi soldi il settore distinti che, per chi conosce l’Olimpico. è il settore equivalente alla parte laterale della Curva A o B, e non ai nostri Distinti. La proporzione tra i prezzi dell’Olimpico e del San Paolo è di 3:1 in alcuni settori. Nonostante questo la media del tifo giallorosso, che certamente non vede la propria squadra seconda in classifica, è superiore. (38.000).

Più o meno vale lo stesso discorso se prendiamo in considerazione San Siro e Allianz stadium, dove giocano le dirette concorrenti del Napoli. Questi stadi hanno visto un grosso aumento del valore del biglietto, ma anche un aumento di abbonati e spettatori, in particolare nel caso dell’Inter. (57.000)

Il costo dei biglietti della partita di ieri sera erano più alti del normale, ma sempre meno costosi rispetto a tutti gli altri big match del campionato.

Il Napoli ha più volte adottato prezzi popolari anche nelle scorse stagioni: la risposta del tifo c’era quasi sempre stata, così come i problemi di una città economicamente più povera delle altre.

La giustificazione al “problema di portafoglio” risulta ingiustificabile perché la città metropolitana di Napoli vanta di un alto numero di abitanti, e non tutti gli oltre 3 milioni di abitanti hanno “un reddito da reddito di cittadinanza” (per capirci).

Insomma, ragionando sulle diverse variabili, si può affermare che il tifoso azzurro da stadio è in via d’estinzione per motivi di difficile comprensione.

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