«Un messaggio duro, da girare a quanti ritengono che i tifosi prevaricatori vadano capiti. Le curve non possono essere una zona franca dello Stato».
Il discorso del Presidente
Le parole di Sergio Mattarella nell’ultima notte del 2018 hanno toccato l’argomento composito stadio-ultrà-razzismo. Sebastiano Vernazza, firma della Gazzetta dello Sport, ha commentato questa parte del discorso presidenziale sul quotidiano rosa in edicola oggi.
«Uno dei buoni propositi per il nuovo anno: imparare a memoria un passaggio del discorso di fine anno del presidente della Repubblica. Questo:”Il modello di vita dell’Italia non può essere, e non sarà mai, quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Alimentano focolai di odio settario, di discriminazione, di teppismo. Fenomeni che i pubblici poteri e le società di calcio hanno il dovere di contrastare e debellare. Lo sport è un’altra cosa”. Richiamo duro, messaggio da girare a quanti ritengono che i tifosi prevaricatori vadano capiti, se non invitati ai tavoli di governo per risolvere il problema delle violenze fisiche e verbali, dentro e fuori dagli stadi».
L’essenza del razzismo
«Le indagini Le indagini sui fatti di Inter-Napoli dimostrano come nelle nostre curve agiscano tanti personaggi con doppia vita. È come se non ci fossero bravi ragazzi in questa zona d’ombra del nostro calcio e non è vero che parliamo di una minoranza di delinquenti. Confidiamo che nel 2019 lo Stato riprenda il controllo “fisico” delle curve. Non è possibile che certi settori continuino a essere delle enclave al di sopra della legge, isole in cui lo Stato non entra e lascia fare. E speriamo che nel 2019 tanti italiani la smettano di gridare ‘buuubuuu’ ai giocatori di colore e che altri italiani la piantino di giustificarli e di dire che sono soltanto sfottò calcistici. Non è così. I ‘buubuu’ esprimono razzismo».
«Gli altri insulti – conclude Vernazza – sono stupidi, distribuiscono altre offese, ma senza le implicazioni della discriminazione razziale. È ridicolo che nel 2019 si debbano ancora sottolineare certe differenze, è mortificante che i “buubuu” infestino un grande Paese come il nostro».