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Sky sbaglia a silenziare i cori razzisti. Ci nega il diritto a essere informati

Chi era a casa, non ha mai avuto contezza di quel che stava avvenendo. Solo un accenno agli ululati razzisti in telecronaca, nessuna alle richieste del Napoli

Sky sbaglia a silenziare i cori razzisti. Ci nega il diritto a essere informati

Chi era a casa, non sapeva nulla

C’è un elemento importante della partita di ieri sera tra Inter e Napoli. La discrasia tra chi era allo stadio e chi a casa a guardare la partita. Chi era allo stadio – noialtri lo abbiamo capito in un secondo momento – ha vissuto una serata particolare. Innanzitutto con scontri all’esterno dello stadio che hanno provocato addirittura una vittima: c’è stata un’aggressione di ultrà interisti ai danni napoletani. Notizia che noi a Sky abbiamo ascoltato soltanto alla fine di Inter-Napoli, a serata abbondantemente inoltrata. E in secondo luogo con i ripetuti ululati razzisti indirizzati a Koulibaly. Ululati che in tv erano percepiti in maniera blanda. La prima salva di fischi e ululati è stata percepita, con tanto di appello dagli altoparlanti. Successivamente no. E in alcun momento della telecronaca, la coppia di telecronisti ha accennato al clima di inciviltà che stava regnando a San Siro. Un clima di inciviltà assoluta, vista la reazione del sindaco di Milano Beppe Sala che ieri sera era a San Siro.

Ieri sera Fabio Caressa, che ha decisamente cambiato linea rispetto alla linea negazionista di qualche anno fa, ha spiegato la policy di Sky in materia di cori razzisti: tendono a silenziare per evitare di fare da propaganda, per non enfatizzare e quindi alimentare l’effetto emulazione. È un criterio. A nostro avviso discutibile, anzi sbagliato, ma resta un criterio. Il punto, però, è che un criterio che nega al telespettatore il diritto a essere informato. Il telespettatore non è un signore che vuole guardare soltanto un pallone rotolare su un campo, non è sprovvisto di intendere e di volere né tantomeno di una propria analisi critica. A meno di una direttiva dei responsabili dell’ordine pubblico, il telespettatori ha diritto a essere informato.

In telecronaca nessun accenno agli ululati razzisti

A San Siro si è giocato in un clima di manifesta e intollerabile inciviltà. Altrimenti non sarebbe successo quello che è poi successo, con editoriali indignati del direttore della Gazzetta Andrea Monti, status altrettanto disgustati di Enrico Mentana. Ma al telespettatore questo clima è stato negato. Si è appassionati e tifosi di calcio senza perdere i propri diritti politici di cittadino italiano. In quel momento Sky Sport esercita un’esclusiva. Gli italiani sono nelle loro mani. Dipende da loro la nostra capacità di conoscere quel che sta accadendo sul terreno di gioco.

Chi ha visto la partita da casa, alla tv, ha improvvisamente visto Koulibaly applaudire Mazzoleni per l’ammonizione ricevuta. Gesto sbagliato. Lo abbiamo scritto in ogni salsa. Ma anche incomprensibile visto che la telecronaca non ha provveduto a renderci il clima in cui si stava svolgendo l’incontro. Ci è voluto Carlo Ancelotti, una volta intervistato a Sky Sport, a rivelare che ben tre volte il Napoli ha chiesto alla procura federale di fermare l’incontro. Possibile che nessuno dei giornalisti abbia sentito il dovere di informare il telespettatore? Siamo al diritto di cronaca. Diritto del cittadino a essere informato. Informato di una serata di ordinaria bestialità del calcio italiano, serata che ha portato a un morto e all’ennesima figuraccia del sistema.

Ripetiamo, abbiamo compreso il criterio ma non lo condividiamo. È un criterio fortemente penalizzante. Censorio. Chi guarda il calcio in tv, non è un minus habens. Sono, siamo, persone dotate di senno e buon senso, che hanno diritto a una corretta informazione su quel che sta avvenendo nello stadio o nelle vicinanze.

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