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Sole 24 Ore: Serie A, la vendita dei diritti tv all’estero è un fallimento

Secondo delle indagini di mercato sulle leghe europee, i diritti tv della Serie A per l’estero sarebbero ipervalutati. Img, licenziataria per l’Italia, ha perso 100 milioni in questa stagione.

Sole 24 Ore: Serie A, la vendita dei diritti tv all’estero è un fallimento

Mancano 100 milioni

La Serie A da rivendere all’estero non è un buon affare. Ne scrive oggi il Sole 24 Ore, che riserva uno spazio in prima pagina all’operazione dell’intermediario Img, licenziataria per la rivendita all’estero dei diritti tv del nostro campionato. Secondo un’indagine incrociata tra uno studio Pwc e i dati si di SportBusiness, l’azienda che ha investito sulla Serie A ha perso circa 100 milioni. Per la stagione in corso, gli incasso non supererebbero i 380 milioni. Una cifra in crescita del 16% rispetto allo scorso anno, ma decisamente inferiore ai 385 milioni di costo annuo sostenuti da Img. Il Sole fa anche il rendiconto della spesa: 340 per i diritti; 13,6 per costi tecnici per la ricezione dei segnali delle partite; 12 per i diritti di trasmissione delle partite sui siti di betting, 8 per investimenti promozionali garantiti alla Lega e 12 per i diritti d’archivio dei club. C’è il tempo per provare a rientrare – l’accordo è triennale -, ma il disavanzo è molto ampio.

Una situazione grave e inattesa, spiegata così dal quotidiano economico: «I corrispettivi dei diritti tv, una volta normalizzati sulla base del numero di spettatori e del livello di qualità parametrato a quelli delle altre leghe, risultano persino più elevati rispetto a quanto incassato dalle leghe vicine». In pratica, in base all’audience del nostro calcio, i diritti della Serie A per l’estero sono ipervalutati rispetto al loro reale potenziale di guadagno. «Il numero di spettatori nel periodo 2014-2017 – spiega il Sole – ha una audience media italiana (18%) inferiore a quella di Bundesliga (26%) e Liga spagnola (41%). Sotto c’è solo la Ligue 1 francese (15%). La Premier League inglese non fa parte dell’analisi perché troppo “top”».

 

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