Il possesso palla al noventesimo, ovvero la voglia di costruire gioco; e poi i movimenti in verticale, Insigne seconda punta, il 4-4-2 che si concretizza.
89esimo minuto
Il racconto del gol di Insigne nasce dal tempo. Siamo al minuto numero 89, il Napoli ha disputato tante partite nella partita, ha stretto il Liverpool in una morsa ma non è riuscito a battere Alisson. C’è stata una traversa di Mertens, tante altre occasioni, il cronometro corre, la necessità del risultato suggerirebbe alla squadra di Ancelotti di accelerare, i tre punti sono fondamentali.
E il Napoli accelera, solo che lo fa continuando a interpretare il calcio a modo suo. Il pallone si appoggia, vicino; il pallone si muove perché si creino spazi, e nel frattempo i calciatori offrono alternative di passaggio con i loro movimenti, con le loro intuizioni. Tutto parte da una rimessa laterale a sinistra, Verdi per Mario Rui e poi Koulibaly e Albiol. Altri scambi ravvicinati, Zielinski per Mario Rui e di nuovo dietro per Koulibaly. In questo momento nasce il gol, e c’è uno screen che mostra come il calcio di Ancelotti e il calcio del Napoli stiano iniziando a combaciare armonicamente, per non dire perfettamente:
Pochi istanti prima del gol
C’è tutto, in questa immagine. Tutti i temi trattati da Alfonso Fasano nella sua analisi tattica di questa mattina, tutti i concetti che Ancelotti ha introdotto pian piano, eppure radicalmente, nel codice genetico del Napoli. Intanto la difesa a tre in fase di impostazione bassa. Poi i due centrocampisti centrali, con Mario Rui larghissimo che crea una linea di passaggio. E poi lo sviluppo veloce, rapido, verticale. Che vedete nel video sotto, ma che vi anticipiamo scritto: Koulibaly per Allan, Allan per Maksimovic, poi il pallone sulla fascia per Callejon.
È qui, in questo frangente, che è possibile verificare il cambiamento tattico del Napoli: tutta la squadra è collassata sulla sinistra, esattamente come il Liverpool fa la stessa cosa sul lato forte, secondo l’impostazione del pressing orientato sul pallone, sulla sua posizione in campo. Callejon, però, è larghissimo a destra. Sta con i piedi sulla linea laterale, praticamente. Il Napoli di Ancelotti allarga il campo quando ha la palla, non tende ad accorciarlo come faceva quello di Sarri. Lo sviluppo passa dagli esterni e in verticale, più che la superiorità posizionale si cerca quella numerica. È una differenza sottile, ma sostanziale: la squadra che cerca la superiorità posizionale vuole una o più soluzioni di passaggio in verticale e/o in orizzontale, soprattutto sul breve. La ricerca superiorità numerica, invece, consiste nel creare situazioni in cui i calciatori in fase d’attacco siano in parità o in superiorità contro i difendenti.
Succede proprio questo: il Napoli muove il pallone e trova Callejon uno contro uno con Robertson; a quel punto, altro dettame di Ancelotti, con la punta (Mertens) che va in verticale, sulla direttrice dello spagnolo. Con i vecchi sistemi, ma anche con Milik in campo, sarebbe stata un’opzione più difficile da considerare. Oggi, invece, è un’opportunità pensata per il Napoli e implementata nella memoria muscolare dei calciatori. Dries, con il suo movimento ad allargarsi, ha tirato fuori area Van Dijk, il difensore più forte e dinamico del Liverpool. Sotto, vediamo il frame.
Poco prima del passaggio di Mertens a Callejon, sulla sovrapposizione interna. Insigne è già scattato dietro Gomez, l’altro centrale
A quel punto, è tutta tecnica: Mertens di nuovo per Callejon che brucia Robertson all’interno; a centro area, Insigne è dietro Gomez, Alexander-Arnold è costretto a seguire l’esterno opposto (Verdi) e i passaggi sono perfetti, dosati. Insigne segna da attaccante, è un gol da 4-4-2 in fase offensiva, Lorenzo entra in area da seconda punta. È un gol di Ancelotti, tutto suo, costruito col possesso palla. Ovvero, il gioco del Napoli. Rivediamo il video. Per capire, per apprezzare ancora.
Ripetiamo i concetti fondamentali: è un gol costruito a tavolino, da Ancelotti con i giocatori del Napoli. Con un nuovo sistema che permette agli stessi giocatori dell’anno scorso di muoversi diversamente, eppure con la stessa efficacia. Ed è un gol costruito nonostante il tempo iniziasse a stringere, con la testa più che con il cuore, contro ogni retorica. Il Napoli gioca così, segna così, da anni prova a vincere giocando un calcio ricercato e sofisticato. Diverso, da allenatore ad allenatore. Ora è il tempo di Ancelotti, e questa è la sua squadra. Batte il Liverpool con un gol bello, pensato, cercato, strategico. Anche al 90esimo.