Messi ha segnato un grande gol, l’Argentina si è qualificata eppure lui in tribuna, grasso e anziano, ha attirato su di sé tutti i riflettori
Non tutte le braccia al cielo sono uguali
Chi era quel calciatore col numero 10 che ha segnato per l’Argentina e poi ha alzato le braccia al cielo? Ah sì, ha segnato un gran gol. Stop di coscia di sinistro e poi di destro sull’altro palo. Una rete straordinaria. Pare che lui in genere calci col sinistro. E che non se la cavi nemmeno tanto male. Qualcosa nella vita ha vinto. Si chiama Lionel Messi. Eppure le braccia al cielo più pubblicate non sono state le sue.
Perché qualche metro più in là, in tribuna, c’era l’ombra che da sempre lo sovrasta non appena indossa la maglia della Nazionale. Argentina-Nigeria è stata ancora una volta e sempre la partita di Diego Armando Maradona. Che da solo, con una maglia indosso che ha fatto la felicità dello sponsor Puma, ha scandito i tempi mediatici e giornalisti della serata. Le braccia al cielo più pubblicate sui giornali sono state le sue. Come un Cristo baciato dall’unico raggio di sole che illuminava lo stadio. Qualche ingenuo, roso dall’invidia, avrà pensato che ci vuole fortuna nella vita. Chiamala fortuna.
Maradona si è preso la scena
Maradona si è preso la scena, nonostante in campo stesse succedendo di tutto. Mascherano grondante sangue, Sampaoli che chiede il permesso a Messi per le sostituzioni, l’Argentina eliminata fino a quattro minuti dalla fine. Tutto in secondo piano rispetto a Diego, alla sua preghiera, al suo sonnellino, alla sua esultanza non proprio oxfordiana (già ribattezzate le dita de dios) e infine al suo malore che in tanti hanno associato ad antiche pratiche mai abbandonate. (continua su www.esquireitalia.com)