È un discorso tecnico ma soprattutto economico: è un’occasione irripetibile per Verdi, per rientrare in un club ristretto di eletti del gioco. Dal quale è difficile uscire.
Situazione complicata
Noi del Napolista stiamo dalla tua parte. Abbiamo preso le difese del tuo no eventuale, Simone. L’abbiamo fatto qui, l’abbiamo descritto come un diritto sacrosanto per te e per tutti quelli come te. Ti abbiamo accomunato a Roberto Inglese, in questa particolare condizione. Continuiamo a pensarla così, anche se c’è l’altra faccia della medaglia. E di quella parliamo ora.
Pensaci, Simone. Non perderti l’occasione-Napoli. Al di là di Maurizio Sarri, del nuovo incontro con tanti pezzi dell’Empoli 2014/2015, al di là di queste cose che diventano laterali. Parliamo delle due uniche cose davvero importanti, primarie. I soldi e la crescita della tua carriera. Parametri che viaggiano in parallelo, anzi che a un certo punto si incontrano.
I soldi
Se è vero quanto leggiamo (il famoso milione e mezzo di ingaggio annuale), Napoli è un’occasione. Soprattutto per Simone Verdi del Bologna. Per fare un salto importante, dal punto di vista economico. A Bologna, non guadagneresti mai questa cifra. Non riusciresti a farlo così velocemente, dovresti almeno aspettare la fine della stagione per chiedere il rinnovo. A 26 anni da compiere in luglio, e senza la possibilità di andare al Mondiale per far alzare i costi potenziali, quest’offerta del Napoli è un’opportunità importante. Soprattutto perché siamo a gennaio. In questo momento, solo il club partenopeo può pensare di acquistarti, pagando al Bologna ciò che chiede. Altrimenti, se ne parla da sei mesi. Da un’altra parte, forse. Bisognerà anche vedere quest’attesa a cosa porterà, non dipende solo da te, come in questo caso.
La crescita sportiva
La prima condizione influenza anche questa. Pensaci, Simone: al massimo farai la fine di Pavoletti. Spieghiamo cosa vogliamo dire, perché è un discorso assolutamente positivo. Il centravanti ex Genoa ha firmato con il Napoli (a 28 anni), e poi è tornato indietro. Ma non si è ridimensionato, dal Genoa è passato al Cagliari, più o meno la stessa situazione di ambizioni e prospettive (anche economiche). Un contesto evidentemente commisurato alle sue qualità, fuori posto – perché effettivamente troppo basse – a Napoli.
Pensaci, Simone. Perché il Napoli è una vetrina dalla quale puoi uscire tirato a lucido (pensa a Higuain, oppure allo stesso Mertens, a Callejon), oppure al massimo finisci di nuovo a Bologna. A Firenze. A Udine, a Torino (col Toro). Il grande salto, o un piccolo ritorno a casa. È una questione di big chance tecnica, e insieme economica: il milione e mezzo di Napoli può scendere a 1.2 in una di queste realtà. In caso di esperimento fallito in azzurro, certe squadre ti accoglierebbero come un protagonista assoluto. Certe grandi piazze servono proprio a questo tipo di upgrade, dal quale non si torna più indietro. Pensa a Giaccherini, ad esempio: dopo la Juventus, ecco il Sunderland, poi il Bologna, ora il Napoli. Al massimo, finirà all’Atalanta, al Chievo. A 33 anni da compiere. E con qualità molto inferiori alle tue.
Hai una scelta davanti a te: fare il reuccio a Bologna, con un aumento da poter pretendere da qui a qualche mese – anche per aver rifiutato Napoli. Oppure giocare la partita più importante, il tavolo più impegnativo. Dove puoi vincere molto, puoi perdere altrettanto ma intanto sei entrato nell’NBA. Giochi tra e con i top class. Una dimensione quasi definitiva, anche nel conto in banca. Te lo sei meritato, del resto.