Mercoledì il responso sulle condizioni di Reina, intanto ci si interroga sull’eventuale sostituto. Toccherebbe a Rafael, esperimento (intelligente) di mercato fallito.
Il ragionevole dubbio
Pepe Reina torna a casa, secondo i rumors di ieri e oggi le notizie definitive (o quasi) sulla sua presenza con la Juventus arriveranno mercoledì. Per il portiere spagnolo, problema al soleo. Che su internet viene definito “un muscolo sconosciuto ma fondamentale per la corsa”. Come dire: un malanno da tenere sotto controllo, al di là della doppia sfida decisiva contro i bianconeri. Forse è meglio pensare e “tenersi” Reina fino a fine anno piuttosto che spingere per un suo rientro contro i bianconeri. Questo è un ragionevole dubbio. Questo è il ragionevole dubbio.
Un’altra possibilità potrebbe essere quella di ragionare sulla Coppa Italia, più che sul campionato. Nel senso: al di là di imponderabili velleità scudetto (battendo la Juve, il Napoli resterebbe comunque a sette punti, ben distanziato), il match di campionato contro i bianconeri è “riparabile”. Un eventuale risultato negativo rallenterebbe la rincorsa al secondo posto, non sarebbe una compromissione definitiva di ogni velleità (anche perché Lazio e Inter resterebbero comunque a tre e sei punti nel peggiore dei casi). Certo, per tutta una serie di motivi sarebbe meglio vincere. Sarebbe sempre meglio vincere, del resto. A parità di condizioni, però, forse il match di Coppa Italia è quello realmente decisivo. Da quello non si torna indietro. Fermo restando che il solo Reina non avrebbe la forza di determinare un risultato finale. Anche perché se la squadra funziona, quindi difende bene, non subisce tiri in porta. È difficilmente raggiungibile come situazione reale, certo. Ma non è utopia.
Remember Doha
Oltre la premessa, c’è quindi la possibilità che Reina resti effettivamente fuori da Napoli-Juventus (e da Napoli-Juventus). Non sarebbe una bella cosa, anche perché aprirebbe la crepa di un dubbio non da poco. Chi al suo posto? È una bella storia, quella del secondo portiere del Napoli. Che, quasi in ossequio al mantra del mercato estivo 2016, per rispettare il principio di profondità della rosa, ha due numeri dodici potenzialmente paritetici. Rafael e Sepe, Sepe e Rafael. Napoli-Spezia e la determinazione della panchina per i match di Champions (solo sette uomini, a differenza del campionato) hanno indicato Rafael come dodicesimo nelle gerarchie di Sarri. Quindi, parliamo in maniera realistica di un suo eventuale utilizzo in Napoli-Juventus.
Sarebbe una cosa abbastanza suggestiva, pensiamoci. Rafael Cabral ha giocato la sua ultima partita di livello proprio contro i bianconeri. A Doha, nella notte thrilling della Supercoppa. Dopo e prima, una serie di prestazioni oscillanti tra l’anonimo e il negativo, con qualche errore sparso, un’evidente carenza di personalità e soprattutto la topica mostruosa di Palermo. La classica goccia che fece traboccare il vaso, il classico via libera al portiere di riserva Mariano Andujar. I più attenti alle vicende storiche del Napoli riportarono il precedente dell’anno 2000, Bandieri-Coppola. Novellino promosse il secondo dopo che il primo, suo pupillo, riuscì a subire un gol da metà campo su calcio d’inizio dopo il vantaggio del Napoli. Fu un match interno col Monza, finito 2-2. Poi venne Fermana-Napoli 3-2, un rigore parato ma una sconfitta troppo umiliante per non trovare un capro espiatorio. Fu proprio Alessio Bandieri. Il Rafael 2014/2015 fu Bandieri 2.0
Uno spreco
In realtà, non si trattò di un puro capro espiatorio. Nel senso che la difesa di Benitez seconda edizione ballava spesso, al di là del portiere. Nel senso che il buon Rafael fu vittima di un effettivo crollo di rendimento dopo l’infortunio che lo colpì nella notte di Swansea, Europa League 2013/2014. In quella che per lui sembrava poter essere la serata della consacrazione, almeno tre grandi interventi sugli attacchi dei gallesi, il portiere brasiliano si rompe il legamento crociato. Un peccato, davvero, soprattutto se rapportato a un avvio sorprendente per personalità e qualità degli interventi. Rafael sembrò un perfetto esperimento di mercato. Il portiere giovane, accanto a Reina, in modo che potesse crescere vicino a un grande del ruolo sempre preda di malanni passeggeri. Come quello di oggi, come il soleo.
Al rientro dall’infortunio, Reina non c’era più e Rafael era un altro Rafael. Lento, pesante, timido nell’affrontare il ruolo. Soprattutto timido, non più esplosivo, poco reattivo. Tranne che a Doha, in una lotteria dei rigori in cui si reinventò protagonista. L’ultima parata, col braccio di richiamo, fu davvero una roba da gran portiere. Mise la coppa in braccio ad Hamsik, il Napoli pensò per un attimo di aver ritrovato un portiere e di aver scovato quello del futuro. Andò diversamente.
Due anni senza giocare
Dopo Napoli-Sassuolo, prima da titolare di Andujar, Rafael non ha più giocato. È tornato in campo per Napoli-Spezia, quest’anno. Poco meno dal secondo anno di fila senza match ufficiali. Partita strana, quella contro i liguri. Un gol subito ma su deviazione, poi nessun altro momento da ricordare. Un assaggio di campo non propedeutico a capire se il Napoli abbia un portiere di riserva realmente affidabile.
Fu un nostro cavallo di battaglia, in estate. Sportiello, o chi per lui, per affiancare Reina. Lo sarà nella prossima estate, anzi lo abbiamo già scritto in questo inverno. Nella nostra guida ragionata all’acquisto del nuovo portiere del Napoli, abbiamo sollecitato l’acquisto di un nuovo dodicesimo. Di un nuovo Rafael prima maniera, che possa affiancare Reina l’anno prossimo scortandolo verso l’addio. Avrebbe potuto essere Rafael, lo è stato ma poi qualcosa è andato storto. A meno di ritrovare un gran portiere per Napoli-Juventus, tra otto giorni, nel momento del bisogno. Contro la stessa squadra affrontata nella serata in cui seppe esaltarsi di più. Sarebbe suggestivo. Sarebbe una bella storia. Non proprio inverosimile: Rafael, in Brasile e fuori Napoli, era considerato un fuoriclasse promesso del gioco e del ruolo. Aveva giocato con la nazionale, era stato campione del Sudamerica col Santos. Insomma, qualcuno si è sbagliato. O ha esagerato. Aspettiamo mercoledì, per verificare le condizioni di Reina. Nel caso, verificheremo di nuovo questo ragazzo triste e sfortunato do Brasil. Sperando che il bianconero lo ringalluzzisca, di nuovo.