Istituti di credito, procuratori e TPO, Third Party Ownership: un trasferimento spiega come funziona il calciomercato degli anni Duemila.
Procuratori, banche, commissioni. E soprattutto Tpo, ovvero Third Party Ownership, letteralmente traducibile come “proprietà di terzi”. Questi sono i parametri da cui si giudica il mercato calcistico dell’anno 2016, e che in qualche modo lo guidano e lo determinano. L’ultima interpretazione della notizia, in questo senso, arriva dal bilancio dello Sporting Lisbona, pubblicato in questi giorni e commentato e spiegato da Calcio&Finanza, in un pezzo in cui vengono riportate anche le cifre relative all’affare Joao Mario. Ebbene, lo Sporting Lisbona ha incassato meno della metà dei 40 milioni di euro inizialmente versati dai nerazzurri (ce ne sono 5 di bonus futuri) per acquistare il centrocampista portoghese.
Secondo l’analisi del sito specializzato, i milioni investiti dal club italiano sarebbero stati divisi secondo queste ripartizioni: il 25% (10 milioni) è destinato alla Quality Football Ireland per effetto del 25% del cartellino posseduto; altri 9 milioni sono andati al Novo Banco e Millenium BCP per effetto di un complesso Accordo Quadro che garantisce ai due istituti di credito una parte dei soldi incassati dalle cessioni, nonché l’ipoteca sul diritto di superficie dell’Estádio José Alvalade. Questo contratto tra il club portoghese e le due banche permette allo Sporting di ripianare i debiti contratti negli esercizi precedenti. A queste cifre, vanno aggiunte quelle relative alla commissione da versare ai procuratori che hanno condotto in porto il trasferimento (il capofila, secondo indiscrezioni, sarebbe l’onnipresente Kia Joorabchian). Questa cifra non è stata comunicata ufficialmente, ma è immaginabile tra i 4 e i 5 milioni di euro. In tutto, quindi, lo Sporting ha incassato meno della metà di quanto pagato dall’Inter. Sono le regole del mercato dell’anno 2016, in cui calciatori e club non sono gli unici attori.