Negli ultimi tre giorni, ci siamo occupati di De Zerbi e Calaiò. Abbiamo voluto giocare con internet: dove sono finiti gli altri artefici della promozione in Serie A?
Negli ultimi due-tre giorni, il Napolista ha vissuto una piccola invasione di nostalgia. Colpa di Calaiò che segna col Parma in rovesciata, di De Zerbi che viene nominato allenatore proprio della squadra che affronterà il Napoli nel prossimo match di campionato. Abbiamo visto e recuperato un po’ di vecchi ricordi, abbiamo visto un po’ tutti insieme che Napoli tiene ancora a certi pezzi della sua storia recente. Una storia che è fata di buoni risultati, di conquiste, di una risalita. Era giusto dieci anni fa: il Napoli di De Laurentiis arriva dalla Sere C1 e costruisce subito un organico da playoff. Calaiò e De Zerbi sappiamo che fine hanno fatto. Ma gli altri?
Ci siamo divertiti e industriati un bel po’ per capire dove sono finiti gli artefici di quella promozione tra l’inatteso e il finalmente. Tipo, per esempio, Nicolas Amodio: primo in ordine alfabetico, 24 presenze in Serie B e un ritorno in Uruguay dopo il ritiro del 2015. Dopo Napoli, tappe a Portogruaro, Piacenza, Lecce, poi a casa sua col Peñarol. Oggi, è fermo. Oppure come David Giubilato, difensore centrale da 15 presenze che è stato protagonista con la Salernitana fino al 2013, poi ne è diventato direttore sportivo.
C’è chi gioca ancora, ad esempio: Calaiò, ok. Paolo Cannavaro, colonna del Sassuolo, e ci siamo. Ma anche Erminio Rullo che dopo vari passaggi tra Lecce, Martina Franca e Messina ora gioca nell’Olympia Agnonese (almeno secondo Wikipedia).
Anche Inacio Pià si diverte ancora, gioca nel Darfo Boario. Che, curiosamente, è la stessa società in cui De Zerbi ha esordito come allenatore. L’austriaco Garics, dopo la Bundesliga l’anno scorso con il Darmstadt e la partecipazione (senza minuti giocati) a Euro 2016, è svincolato.
Ruben Maldonado, invece, è tesserato con il Nacional di Asunción, club paraguayano. Gli ultimi due in attività sono Maurizio Domizzi e Mariano Bogliacino: il difensore, fino all’anno scorso nell’organico dell’Udinese, è lo scudiero in campo di mister Pippo Inzaghi a Venezia; l’uruguagio, invece, è tornato a casa e gioca nel Plaza Colonia, club di Colonia del Sacramento. È sempre stato un tipo suggestivo, Mariano. Che è riuscito a vincere il primo titolo della sua carriera, il campionato di Clausura 2016 con i biancoverdi.
La vittoria del titolo del Plaza Colonia.
C’è poi il piccolo esercito di allenatori e collaboratori tecnici, a vario titolo, di varie società in tutte le categorie. Ivano Trotta è stato allenatore della Berretti del Bellaria e del Palocco, squadra dilettantistica laziale; Gatti è un collaboratore di Stellone a Bari, Bucchi è sulla panchina del Perugia (Serie B). Anche Marco Capparella ha vestito i panni dell’allenatore, ma in un ruolo all’inglese da player manager. In Promozione, con il Pontevomano. Dalla Bona ha conseguito il patentino di allenatore Uefa B, Montervino e Grava fanno i dirigenti: il primo ha avuto due esperienze come diesse del Taranto, la squadra della sua città; il secondo, invece, è responsabile del settore giovanile azzurro. Iezzo è stato il tecnico della Primavera dell’Avellino e del Sant’Antonio Abate, il Pampa Sosa ha allenato Sorrento e Savoia. Carriera da allenatore in seconda, infine, per Mirko Savini: il terzino romano è il fido vice di Christian Bucchi, dalle prime esperienze a Pescara fino al Perugia.