L’Inter compra e vende Erki, la Fiorentina vende solo. Tutti ricevono rifiuti (anche clamorosi), prendono pacchi e commettono errori. Anche società “strutturate”.
Il calciomercato è finito. Il pezzo che segue vuole scherzarci un po’ su, e non vuole essere assolutamente una rivendicazione di bravura o una provocazione per i tifosi. Vuole solo cercare di far capire che la giungla dei trasferimenti calcistici è, appunto, una giungla. Dove è facile perdersi, dove è facile sbagliarsi. Tutti, nessuno escluso. A ripetizione, a turno. Capita a chiunque. Eppure, solo qui a Napoli sappiamo essere non solo così severi, ma anche così disfattisti e negativi da ergere tutto a critica assoluta. A qualcosa per cui è meglio chiudere baracca e burattini e darsi al curling. Il nostro giudizio al mercato del Napoli l’abbiamo già dato, lo ridaremo in questi giorni con altri pezzi. Argomentati. Si è scelta una strada. Quella del talento e dei giovani per il futuro ma anche per il presente. Con attenzione alla completezza della rosa. Altri, invece, hanno scelto itinerari diversi. Che il tifoso del Napoli è ciclicamente pronto ad esaltare, come se l’erba di tutti i vicini fosse sempre e per forza più verde. È l’animo umano, direte voi. Benissimo. E allora, rinfreschiamogli la memoria.
- L’Inter ha speso, negli ultimi giorni di trattative, una vera e propria fortuna (67,5 milioni, fonte Transfermarkt) per un attaccante/esterno offensivo (Gabigol) e un centrocampista tuttofare (Joao Mario). Due grandi colpi, per carità. Però, dimenticandosi (forse) le vere priorità dell’organico. Ha ceduto un calciatore arrivato da soli due mesi (Caner Erkin) e si presenta con Andrea Ranocchia come prima riserva ai centrali titolari (Murillo e Miranda), con Santon, Nagatomo, D’Ambrosio e l’infortunato Ansaldi nel contingente-terzini e Berni e Carrizo come riserve di Handanovic.
- La Roma ha ceduto Pjanic con la Juventus e l’ha sostituito con una risorsa interna (Strootman) e con il ritorno di Paredes. Ha aspettato il preliminare di Champions League per sperare di incassare i proventi dei diritti tv, ma ha perso e ha dovuto rinunciare (anche causa fair play finanziario) a ogni ulteriore investimento. In più, ha acquistato calciatori solo in prestito (Mario Rui, Juan Jesus, Fazio e Vermaelen) e si presenta, in attacco, con Dzeko titolare e Totti riserva. Più Perotti come opzione falso nueve, che a occhio è la soluzione migliore. Ah, e poi c’è da segnalare il ritorno di Juan Manuel Iturbe: ovvero, 25 milioni al Verona nell’estate del 2014, un prestito di sei mesi al Bournemouth e ora di nuovo e per forza Roma. Tanti auguri.
- La Fiorentina, per la prima squadra, ha acquistato Dragowski, Diks, Hagi, Milic, Tello (in prestito) e Sanchez (in prestito). Ha ceduto Marcos Alonso (27 milioni dal Chelsea) e al momento non ha un suo rimpiazzo reale in rosa. Ha provato ad acquistare un portiere (Sportiello, nella fattispecie) per tutto l’ultimo giorno di mercato. Non c’è riuscita.
- Il Milan ha acquistato tre calciatori a titolo definitivo: José Sosa (7,5 milioni), Gustavo Gomez (8,5 milioni) e Gianluca Lapadula (9 milioni). L’unico trasferimento remunerativo in uscita è il riscatto di El Shaarawy, 13 milioni dalla Roma. Tutti gli altri calciatori ceduti hanno lasciato Milano a titolo gratuito. Non a scadenza di contratto, ma a costo zero. Sono stati dati via gratis, per volerlo dire brutalmente. Sono Matri, Fernando Torres, Menez, Boateng. Può bastare.
- La Juventus, che grandissimo calciomercato. Non siamo sarcastici, non possiamo esserlo. Hanno acquistato Pjanic al posto di Pogba e Higuain al posto di Morata. Hanno Benatia in difesa, Pjaca come esterno offensivo, Cuadrado e Dani Alves. Le altre cessioni? Tutta roba indolore: Zaza, Pereyra, Isla. Sono stati i migliori, ci mancherebbe. I migliori, però, hanno Marchisio infortunato a centrocampo, con Asamoah, Lemina, Sturaro e Hernanes (ah, acquistato l’anno scorso per la modica cifra di 13 milioni di euro) oltre al già citato Pjanic come interni di ruolo. Il fatto che abbiano provato a prendere Witsel (senza riuscirci) fino alla fine significa forse che anche loro, magari, pensavano di aver bisogno di un altro mediano. Anche in previsione della Coppa d’Africa che a gennaio porterà via Asamoah e Lemina. E poi, questo l’aggiungiamo noi: la Juventus gioca a due punte. E ha soli tre attaccanti di ruolo. Più una ampia varietà di alternative tattiche, Cuadrado e Pjaca su tutti, certo. Però l’anno scorso il gol scudetto l’ha fatto la quarta punta. Noi ce lo ricordiamo bene, a Napoli. E abbiamo incensato la Juventus per la profondità pazzesca della sua rosa, il motivo per cui hanno rimontato, superato e quasi doppiato il Napoli nello scorso campionato. In attacco, numericamente, quella stessa profondità non esiste più. Ci pare un dato di fatto.
- Il Napoli. Che ha sostituito Higuain con Milik. E nelle scorse stagioni ha lasciato la squadra incompleta come l’Inter, nel 2014 ha aspettato i preliminari come la Roma, ha mandato via in prestito un grande investimento (Grassi, 10 milioni 8 mesi fa) come hanno fatto con Iturbe, nel 2012 ha fatto solo due acquisti come il Milan o la Fiorentina e si presenta con due attaccanti per un solo posto, peggio che la Juve. Ah, e poi Maksimovic che non fa le visite mediche. Stavolta dobbiamo essere per forza sarcastici: si dice che Witsel le abbia fatte, ieri a Torino. Sono state molto utili. Chiedete ai tifosi della Juve come sono contenti che siano andate bene. Chiedetelo a Hernanes, soprattutto. Sì, quello dei 13 milioni di euro che non è più potuto andare al Genoa in prestito. Lui sarà il più contento di tutti, sicurissimo.
Gli errori o presunti tali vengono commessi da tutti, da sempre. Anche a Napoli, ci mancherebbe. Eppure siamo in buonissima compagnia. Ieri, oggi, lo saremo domani. Nessuno è un marziano, tutti commettono errori o fanno scelte che possono essere subito giudicate come tali. Prima che il campo dia il suo giudizio. Appunto, il giudizio del campo. Aspettiamo quello prima di buttare ancora e subito tutto all’area. Obiettività, serenità. Diamoci tempo. E divertiamoci, prima di tutto. Che ci fa bene.