L’Isis torna a colpire il calcio. Era già accaduto a Parigi a metà novembre, la tragica sera del Bataclan, con l’attentato fallito allo stadio Saint-Denis dov‘era in corso l’amichevole Francia-Germania. Nei dintorni dello stadio, però, tre attentatori si fecero saltare in aria provocando la morte di tre persone.
Sei mesi dopo, l’Isis è tornato a colpire con un attentato a un club di tifosi del Real Madrid di Balad una cittadina a ottanta chilometri da Baghdad, in Irak. L’attentato, rivendicato dallo Stato islamico, è avvenuto l’altra notte mentre nel bar erano presenti tifosi del Real. Tre terroristi hanno aperto il fuoco imbracciando gli Ak-47 e hanno ucciso almeno sedici persone e ferito una ventina. Nel bar erano presenti una cinquantina di persone. Il presidente del club ha detto: «A loro (i fondamentalisti, ndr) non piace il calcio, dicono che è contro i musulmani. Siamo tutti distrutti per quello che è successo».
Il Real Madrid giocherà domani contro il Deportivo La Coruna col lutto al braccio «in segno di rispetto, perché il calcio e lo sport saranno sempre terreno d’incontro di pace e concordia contro i quali nulla potrà il terrorismo selvaggio. Il madridismo di tutto il mondo piange oggi per i suoi tifosi, che non saranno dimenticati». I Blancos hanno diramato un comunicato in cui mostrano «totale tristezza e offrono affetto e condoglianze ai famigliari e agli amici delle vittime. Il Real Madrid estende la propria solidarietà al popolo iracheno che soffre la smisurata ingiustizia della violenza estrema».