ilNapolista

Le affinità tra Napoli e Genova, pure in cucina. Anche se il loro ragù si chiama U Tuccu

Le affinità tra Napoli e Genova, pure in cucina. Anche se il loro ragù si chiama U Tuccu

U tuccu Zeneize, sarebbe il sugo di carne alla maniera genovese. Dicono somigli al ragù napoletano ma in realtà è diverso. Si soffrigge un abbondante trito di cipolla, con rosmarino, carota, sedano e prezzemolo in olio di oliva della Riviera, poi si adagia il pezzo di carne intero, “u tuccu” facendolo rosolare con il vino bianco, poca salsa di pomodoro, funghi porcini secchi ammollati e tritati e si lascia cuocere a fuoco basso per almeno tre o quattro ore.

Internet è pieno di siti e di blog che raccontano come Napoli e Genova siano state legate dalla storia e dalla cucina prima ancora che da un gemellaggio calcistico che, però, tiene fuori l’altra compagine del capoluogo ligure, quella con una storia meno antica e gloriosa del Genoa che, invece, nel 2011, viene addirittura inserita nell’International Bureau of Cultural Capitals, l’equivalente sportivo dell’Unesco e solo 2 anni dopo viene ammessa nel Club of Pioneers, associazione che raggruppa i club di calcio più antichi del mondo.

Volete sapere perché la ricetta tutta napoletana del ragù alla genovese si chiama così? In internet troverete la risposta a questa e ad altre domande che riguardano le due città portuali. Napoli è piena di riferimenti e di testimonianze che richiamano la Liguria. Una per tutte? La Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, in via Medina. Manco a dirlo, il nome deriva dal fatto che la chiesa fu utilizzata dalla fiorente e numerosa comunità genovese residente in città. I mercanti-banchieri liguri costituirono a Napoli una sorta di comunità nazionale dotata e regolata da un proprio statuto. Nel volume di Giovanni Brancaccio “Nazione genovese”, si legge che: «Il 17marzo del 1606, Paolo Grillo, nell’assumere l’incarico di console della nazione genovese a Napoli, rivolgeva, al fine di ottemperare al suo nuovo officio nel migliore dei modi, una accorata missiva al Senato della Repubblica, nella quale chiedeva precisi ragguagli sui privilegi concessi dai sovrani spagnoli ai genovesi durante il loro secolare dominio sul Regno».

Caricando di significato quel gemellaggio che risalirebbe al 1982, poi, la Società Sportiva Calcio Napoli aveva annunciato due anni fa di “aver raggiunto un accordo con la Curia per poter installare nella Chiesa di San Giorgio dei Genovesi il museo del Napoli”.  E quanta Napoli c’è a Genova? La Napoli gastronomica è presente a Genova come in tutto il pianeta. Di ristoranti e pizzerie a conduzione napoletana, ne è piena la città. Qualche nome? Pizzeria Totò e Peppino, Pizzeria Pulcinella, Soleluna, Antica Napoli, ‘O sole mio, Piedigrotta, Fuorigrotta, Lo scugnizzo, Marechiaro, Anema e core. Certo, con questi nomi è pressoché impossibile confondersi. Non manca nemmeno il presidio dolciario, come la pasticceria Russo, napoletani doc come le loro pastiere. E, udite udite: la Premiata Pasticceria Cavalier Cocozza, sì proprio come quella del Cavalier Antonio Cocozza della premiata pasticceria omonima di Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi.

E chest’è. Edamus, bibamus, gaudeamus! E sempre forza Napoli!

ilnapolista © riproduzione riservata