– Sei pronto?
– Non tanto.
– Ma come?
– Ho mai detto che lo sarei stato?
– Pensavo che nel momento del bisogno, ti saresti convinto.
– Non posso, è come uccidere un padre.
– Appunto.
– Appunto il cazzo, è come cancellare i suoi gol.
– Quelli li vedi tutte le volte che vuoi sul Tubo.
– Sì, ma lui è l’autore in carne ed ossa.
– Ed è anche il nostro principale problema.
– Non è vero.
– Senti non è una riunione del Pd, dobbiamo agire, eccolo.
– Agisci.
– Ma che ti costa tenermelo fermo?
– Mi costa la coscienza.
– Ok, allora dovresti impedirmelo.
– E perché?
– Il male non è solo di chi lo compie.
– Questa la so.
– E quindi?
– Non voglio sudare, poi metti che sbagli e la coltellata la dai a me?
– Ah, vedi, come siete voi maradoniani vi nascondete dietro il vostro idolo.
– È per quello che uno li tiene.
– Adesso gli idoli sono dei fortini.
– Oddio, fortino proprio no, anche se lui è grosso, guardalo ora fa provincia, non ti fa tenerezza?
– Sì, per questo voglio salvarlo e salvarci.
– Ma da che? Quello campa bene, ora si vuole risposare, gli arabi lo tengono a guardare la televisione in una reggia.
– Sì, e mangia schifezze e ingrassa e dice cazzate sul Napoli.
– Ma perché Cruyff non ha mai detto cazzate sul Barcellona?
– È diverso.
– Quando ti vanno strette le opinioni è diverso, eh. Ma questa non è una scusa da napoletano?
– La diversità, è un concetto.
– Sì, sì, napoletano.
– Vabbuò ci vogliamo dare sta coltellata o vogliamo fare Micro-Mega?
– Ma perché proprio tu devi prenderti sto fastidio?
– Perché io ho visto quello che altri non vedono.
– Sei sicuro?
– Sì.
– Quindi noi lo uccidiamo, la Juventus comincia a perdere, e il Napoli vince lo scudetto?
– Probabile.
– Azz, non è manco sicuro? Tutto sto bordello, Dubai, la ricerca dell’arma, i dibattiti, sto cazzo di sole, la sabbia, sta cucina di merda e non è manco sicuro?
– Perché se ti dico che è sicuro mi aiuti?
– No.
– E allora?
– È una speculazione intellettuale, ne fai tante tu.
– A parte che io non sto speculando al massimo sto tentando di ammazzare.
– E vai, vai, su. Consuma il tuo deicidio.
– Io vado.
– Ancora qua stai?
– E sto capendo come avvicinarlo.
– Non era tutto calcolato, scientifico?
– Lo è, ma c’è la componente emotiva.
– Ah, te ne vieni, mò non sei più del nord.
– A parte che ho detto che ero del nord rispetto a te, mica sono di Treviso.
– E allora scordati chi volevi essere e lasciamo perdere.
– No, siam qua, lo faccio per la città, devo liberarla dalla sua ombra.
– Bene, e allora vai su, restituiscile la luce.
– Io vado.
– E quando?
– Sto andando, con circospezione. Ma tu non vieni?
– Ti seguo.
– Ecco.
– Con lo sguardo.
– Infame.
– Serpe.
– Traditore.
– Juventino.
– A me?
– E a chi?
– Io lo faccio perché credo nel progetto e non nel miracolo di un singolo.
– Appunto, juventino.
– Strunz.
– Vai, leviamoci il pensiero. Che poi la festa finisce e perdi l’occasione.
– Hai ragione, vado.
– Vai.
– Oh, e che fai torni indietro?
– E non vedi che si è buttato in piscina?
– Non c’ho fatto caso, stavo guardando la moglie di Reina.
– Io sto per uccidere Dio e tu guardi il culo di una femmina?
– Mi sono dichiarato estraneo al progetto.
– Giusto.
– Comunque è un vantaggio.
– Cosa?
– Che si sia buttato in acqua.
– Lo uccido pulito?
– No, metti che aveva un giubbetto, quelle cose là.
– Ma se non ha nemmeno le guardie del corpo.
– Lo dici tu.
– Ma come abbiam controllato.
– Hai controllato.
– Ho controllato.
– E allora?
– E mi metti i dubbi, che ne so.
– Devi averli.
– Un assassino non ha dubbi. Mica Mohammed Atta aveva ripensamenti.
– E che ne sai.
– Ci sono le registrazioni audio.
– Quelle che hai sentito, che ne sai.
– Va bene, se ne ha avuti, meglio.
– Sta uscendo, vai.
– Vado.
– Mi raccomando la coltellata in basso a destra.
– Ma non si era detto cuore?
– E ho pensato che quello già gli ha dato tanti pensieri.
– Invece il fegato no?
– Quello di meno.
– Ma che facciamo le preferenze, stiamo dal macellaio.
– Quasi.
– Vabbè allora fegato.
– Grazie.
– Prego. Ma se non muore?
– Muore.
– Sei sicuro?
– Sì. Vai.
– Vado.
– Vai.
– Addà murì.
– Anche no.
– Come no?
– Vabbè, fai tu.
– …
– …
– …
– …
– …
– …
– …
– …
– Oh, Diego, Diego.
– Dime.
– Mi fai un autografo?
– Claro que sì.
3. Fine
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