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Nemmeno una spaccata di Lisa Fusco avrebbe risolto Napoli-Milan

Nemmeno una spaccata di Lisa Fusco avrebbe risolto Napoli-Milan

In fondo anche stavolta ha ragione mister Sarri, ci pensi bene il tifoso smaltita dopo prevedibile delusione per risorpasso ad onor del vero sudato e meritato, potevano essere otto, e forsanche dodici se non fosse mancato quel pizzico di culo come non disdegniamo di chiamarlo a coronare un assedio a tratti davvero irresistibile et insostenibile persino per il muro di gomma eretto per l’occasione dal quel finto amante del bel gioco che risponde al nome di Sinisa, primo comandamento non prenderle e vale anche sui Balcanici a quanto pare, certo poi uno dice solo noi facciamo il catenaccio, gli altri fanno gioco prudente e tolto il Napoli di quest’anno manco tanto torto tiene se paragoniamo la serie A a Liga, Premier e Bundesliga, sul declino del nostro campionato si dilungassero gli addetti ai lavori, l’impressione è che al solito a chi occupa la stanza dei bottoni poco importi della passione dei tifosi, tra plusvalenze, bancarotte e amichevoli in sud est del medioriente.

Dispiace, forse addirittura più per i ragazzi che hanno a lungo dimostrato netta superiorità sulla nobile decaduta di turno nonché di essersi già lanciati alle spalle le inaspettate delusioni di Torino e Villareal, ma stavolta davvero nulla recriminarsi sembra potersi al cospetto di mala sorte ed evitabile leggerezza di Pepe sul signor Bonaventura che di solito quelle palle le respinge col tacco, grande mole di gioco a produrre occasioni a grappolo, ma purtroppo alla fine quando non la metti dentro paghi dazio e chiudi in parità. E nemmeno sembra potersi scampare al teorema Pipita, a cui quest’anno sembrano davvero affidate tutte le speranze tricolori azzurre, se non va a referto lui non si vince, non si scappa, e purtroppo oramai le difese avversarie lo hanno imparato bene e avere più follouers di obama e papafrancesco di certo non aiuta, vedi trattamento speciale sempre più spesso riservatogli nel proprio settore di caccia.

Milan insomma costantemente rannicchiato in difesa a protezione dello status quo ante, con i soli fiori di Bacca ad alleviare ansie e paure da definitiva archiviazione di sogni europei per un’altra stagione, e Niang a galoppare tra le linee come da prevedibile copione preventivato. Con l’argentino francobollato da Zapata tocca allora anche a Calle provarci, senza successo, sin però all’episodio del meritato vantaggio con Lorenzigno bravo a trovare deviazione involontaria di Abate, anche a compensazione di sviste arbitrali che non mancano mai quest’anno come quello passato, nemmeno il tempo di esultare e pari rossonero fortunoso su sventurato tocco di Kuli, troppo, troppo comodo e facile, nemmeno Anna dai capelli rossi vi avesse invitato a casa a prendere il the.

Ma è il secondo tempo a frustrare crudelmente le ambizioni del tifoso, che sbattono irrimediabilmente sul legno centrato da Mertensino affamato e non appena subentrato e sui ripetuti tentativi di Pipita anche dopo la varata trazione anteriore con Gabbia al posto del sacrificato Allan, con tanto di ultima palla buona capitata proprio sui piedi di El Kaddouri a definitiva dimostrazione che vincere partite del genere può essere più difficile che risolvere il cubo di Menelik, e che non la spunteresti nemmeno con una memorabile spaccata di Lisa Fusco al novantatreesimo. E allora può dispiacere per il risultato, ma non di certo per avere lasciato qualcosa di intentato. Lo si sarebbe detto anche in caso di vittoria, inutile andare in giro già con il capo fasciato: può accadere ancora di tutto, è scontato, e giocando così è proprio Allegri a dover essere preoccupato. Non manca molto, no: è appena iniziato, il vero campionato.

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