Forse sarò eccessivamente superficiale, ma ignorare il problema da parte dei miei concittadini potrebbe essere l’antidoto giusto. Anche perché se Mancini, dopo la coppa Italia, ha sollevato un polverone traendone fischi e pernacchie in maggioranza, non vedo perché la lamentela ed il continuo piagnisteo (non ultima la testimonianza da Genova raccolta da Ilaria Puglia), che ahimé ci vengono spesso ascritte, a non ingiusta ragione, debbano sortire un effetto diverso. Dopo il biennio guerreggiato di Benitez, vedo che la tifoseria, grazie ai risultati e ad una naturale evoluzione della specie del tifoso, è maturata, e non poco. Ignorare i cori e serrare ancora di più le fila con il famoso #spallaspalla di Rafa Benitez può cementare ancora di più una speranza dal terzo colle in poi del nostro giro d’Itaglia…
Cari tifosi, restiamo spalla a spalla: ignoriamo i razzisti e guardiamo avanti
Caro Napolista,
voglio subito andare al punto e polemizzare con la maggioranza dei miei concittadini tifosi del Napoli. Vedo troppo vittimismo e troppa voglia di cavalcare l’onda del lamento, quando le tifoserie avversarie invocano metodologie per abluzioni. Onestamente la cosa mi lascia del tutto indifferente.
Ero piccolo e fui accolto a San Siro dal famoso striscione “Hitler insieme agli ebrei, anche i napoletani”, o giù di li. Non mi toccano. Perché sono espressioni provenienti da una sottocultura poco scolarizzata senza un completo accesso alle informazioni, o con una lettura capziosa o parzialissima delle informazioni stesse. Poi la scuola, la politica e la società hanno fatto il resto segnando in due il paese.
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